Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 14/4/2011, 14 aprile 2011
IL FATTO DI IERI - 14 APRILE 1941 - A
farli conoscere, nel ‘36, alla birreria Dreher di Roma, era stato il pittore Giuseppe Capogrossi. Lui, Alberto Moravia, era già l’autore emergente de “Gli Indifferenti”, lei, Elsa Morante, ancora talento acerbo, solo una ventiquattrenne che cercava di mantenersi compilando tesi per laureandi svogliati. Un incontro senza brividi, per lui, eppure decisivo. Si sposarono a Roma il 14 aprile 1941 nella Chiesa del Gesù, testimoni Pannunzio e Longanesi. Celebrante, padre Tacchi Venturi, il gesuita artefice del Concordato e confessore dell’allora religiosissima Elsa. Nozze austere con Moravia esitante, che di quel matrimonio dirà “…Elsa ha voluto essere la mia sposa, con una certa violenza da parte sua… non ero innamorato, ma affascinato da qualcosa di straziante che c’era nel suo carattere… diciamo la verità, io non provavo un violento desiderio per lei…”. Per la futura scrittrice, la “basilissa”, come si divertiva a chiamarla l’amico Pasolini, un’esperienza tormentata, carica di cerebralità e angoscia. Destinata a chiudersi nel ’61. Di sé, della sua ansia d’amore, scriverà poi “…bisogna sapere che io, per mia sorte, fui sempre di quelli che s’innamorano in modo inguaribile e dei quali nessuno mai s’innamora”.