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 2011  aprile 14 Giovedì calendario

CASO ALDROVANDI, LAMADRE A GIUDIZIO: UNAGIUSTIZIA CHE SI CHIUDE IN SE STESSA - C’è

una madre a Ferrara che ha fatto condannare i quattro poliziotti che hanno picchiato il figlio fino alla morte, il 25 settembre 2005: il ragazzo si chiamava Federico Aldrovandi, aveva 18 anni. C’è un giudice, a Mantova, che ha rinviato a giudizio quella madre, Patrizia Moretti. Il giudice ha deciso che va tutelato l’onore del pubblico ministero che si occupò del caso, Maria Emanuela Guerra. La pm si è sentita diffamata. Patrizia Moretti disse che il fascicolo sulla morte del figlio era ancora vuoto e che la pm era stata già oggetto di un procedimento disciplinare, concluso con una assoluzione davanti al Csm.
Nel caso Aldrovandi le lacune delle indagini e i tentativi di depistaggio vennero alla luce quando la madre del ragazzo aprì un blog su Internet, chiedendo verità. Lo fece con tale forza da ottenere attenzione da tutta Italia, intervenne anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Una lunga battaglia, fino al 6 luglio 2009, quando i quattro poliziotti del pestaggio sono stati condannati per eccesso colposo di legittima difesa. E il pm? Ecco le domande che la madre le ha rivolto: «Perché il corpo di mio figlio è rimasto per ore sulla strada e lei non è andata sul posto? Perché, se dice di essere stata ingannata da chi fece indagini a sua insaputa, non sequestrò l’auto della polizia contro la quale, per la versione ufficiale, si fece male mio figlio? Perché non ha sequestrato i manganelli rotti dalla violenza sul corpo di mio figlio? Perché non ha interrogato i poliziotti?» .
Il giudice di Mantova che ha rinviato a giudizio questa madre ha sicuramente agito nel rispetto del codice. Eppure il futuro processo contro Patrizia Moretti (che inizierà il primo marzo dell’anno prossimo) appare come un’azione di autotutela di categoria, una difesa dell’onorabilità della toga come valore superiore all’onorabilità del cittadino che denuncia. La giustizia che bussa alla porta di casa e identifica e trascina sul banco degli imputati questa madre che ha perso il figlio per le botte di rappresentanti dello Stato sembra una giustizia chiusa in se stessa.
Luciano Ferraro