Alessandro Giorgiutti, Libero 14/4/2011, 14 aprile 2011
«DATEMI UN EURO E UNA PISTOLA CHE IL CAVALIERE LO FACCIO FUORI IO»
Don Giorgio De Capitani finge stupore: «Non è mica la prima volta che lo dico. L’ho scritto anche nel mio sito internet: datemi una pistola, un euro, e vi sistemo il Paese. Mi spiego. L’euro mi serve per accendere prima un cero alla Madonna, perché il colpo riesca bene». Chi sia il bersaglio del colpo in canna alla pistola immaginaria del parroco di Monte Rovagnate, in quel di Lecco, è superfluo precisare: Silvio Berlusconi. Ma il sacerdote non impugnerà nessuna arma, precisa lui stesso subito dopo: «Si correrebbe un rischio maggiore. Uccidere fisicamente Berlusconi lo trasformerebbe in un simbolo, in un martire!». Un’eventualità che sconvolge l’immaginazione di don Giorgio: «Tutti i Paesi ne erigerebbero il monumento, in Italia si diffonderebbero le sue immaginette per chiedere qualche grazia...».
Varcato ormai da tempo il confine del cattivo gusto, don Capitani ha esternato di nuovo. Dopo l’exploit a Exit, il programma di approfondimento giornalistico su La 7 («prego Dio che gli faccia venire un ictus»), questa volta si è esibito ai microfoni della Zanzara (martedì, su Radio 24). Incitato dal conduttore Giuseppe Cruciani, don Giorgio ha riproposto l’armamentario retorico di antiberlusconiano spinto che gli ha assicurato una pur limitata fama («alle mie omelie vengono anche da altri paesi, ogni domenica celebro tre messe, vi partecipano circa cinquecento persone», ebbe a dire qualche anno fa).
Don Giorgio non farà il giustiziere anche perché, dice lui, «a differenza degli atei ho il vantaggio di credere nel Padreterno. Quindi posso pregare». Pregare che cosa? Che Berlusconi ci rimanga secco. Non morendo subito, però: «Dovrebbe rimanere in stato vegetativo per quarant’anni, così da pagare per i danni che ha fatto all’Italia». Don Giorgio ci tiene ad allontanare le accuse di eresia. La sua dottrina è solida, assicura. «Ci sono teologi e vescovi che mi danno ragione», ha spiegato a Cruciani, «io li ho scoperti proprio in questi giorni. Secondo Giovanni di Salisbury, basta controllare su internet, è doveroso uccidere il tiranno fisicamente».
E che Berlusconi («questo oggetto, questo coso, questo mostro, perché non lo considero un essere umano») sia un tiranno, per De Capitani è indubbio. «Il Porco», come lo chiama nei numerosi articoli a lui dedicati nel suo sito, non ha distrutto le vite dei suoi sudditi, è vero, «ma ha distrutto l’intelligenza degli italiani». Ascoltandolo, viene quasi da dargli ragione.
Alessandro Giorgiutti