Fabio Cavalera, Corriere della Sera 13/04/2011, 13 aprile 2011
PARENTI DISCUSSI E NOBILI ITALIANI: LA LISTA DI WILL E KATE —
La lista completa non è pubblica. Le defezioni dell’ultima ora ci saranno. Ed è già annunciata la rinuncia per opportunità politica del re del Bahrein che ha represso l’opposizione in piazza. Sarebbe fuori luogo. Resta ancora qualche segreto, come quello su certi lontani cugini italiani, o forse soltanto amici, dei Middleton che avrebbero trovato in casella l’invito per il 29 aprile. Chi saranno mai, posto che esistano e non sia un divertente depistaggio informativo? Però, i giochi per il c’è o non c’è al «royal wedding» sono fatti. La politica nazionale e internazionale avrà la sua parte con David Cameron e gli ambasciatori di tutto il mondo, escluso quello libico, compreso quello della Nord Corea. L’aristocrazia europea sarà al completo e da Firenze partiranno Bona e Vittorio Frescobaldi che vantano una solida amicizia con Carlo, scontato quindi che siano nella cerchia degli intimi. Le star dello sport (i Beckham ma anche l’ex coach di rugby, la leggenda Sir Clive Woodward che portò l’Inghilterra a vincere la World Cup nel 2003) troveranno posto in prima fila. E con loro i registi (Guy Ritchie, l’ex marito di Madonna, che ha firmato il successo sugli schermi di Sherlock Holmes) e gli attori capitanati da Rowan Atkinson, il mitico Mister Bean per il quale il principe di Galles ha una sincera venerazione. Poi, una schiera che non finisce più di imprenditori, di oligarchi, magari protagonisti di imbarazzanti connection con il principe Andrea, ed è il caso del kazako Timur Kuanyshev, e di ultramiliardari playboy dalle inconfessabili parentele, il tedesco Jürgen Pierburg è il nipote del colonnello delle SS Kurt Pierburg messo in galera per 25 anni dopo la guerra, o di «fascinose» signore sudamericane, tipo Lucia Santa Cruz che ha fatto le relazioni pubbliche in Europa per conto del dittatore cileno Pinochet. Le pecore nere non mancano mai. Qualcuno fra gli esclusi ci sarà rimasto male, confidando in cuor suo di partecipare alla cerimonia nell’abbazia di Westminster e al banchetto di Buckingham Palace dopo il fatidico bacio di William e Kate dal balcone della residenza di Sua maestà. Ma non c’è più tempo di recriminare. I biglietti spediti dal Lord Ciambellano su ordine della regina sono arrivati a destinazione: 1.900 assisteranno alla funzione religiosa, 650 si sposteranno nella casa dei Windsor per il rinfresco del primo pomeriggio e meno della metà, 300, alla sera avranno il piacere di unirsi alla cena e ai balli offerti dal principe Carlo. — è facile immaginare con quanta cura sia stata compiuta la selezione e quanta pazienza sia stato necessario esercitare per accontentare i «partiti» in competizione per aggiudicarsi l’accesso a Buckingham Palace. Elisabetta si è limitata a indicare 50 nomi ed è stata discreta, papà e mamma della sposa (Carole e Michael) di nomi ne hanno consegnati 100 e non si sono dimenticati sia del proprietario del pub vicino a casa sia dello zio di Kate, Gary Goldsmith, cocainomane dichiarato e filmato (era in dubbio ma le sue gesta pare non abbiano infastidito la regina), Carlo di amici ne ha tantissimi ma si è fermato a 250, i più fidati, infine gli sposi William e Kate che per dare un tocco di normalità hanno puntato anch’essi sul numero 250 riempito da ex compagni di scuola e di università, sodali di bevute e danze. William ha voluto la squadra delle sue ex spasimanti, a partire da Jecca Craig. E Catherine si è vendicata da par suo: poteva mancare il suo primo fidanzato Willem Marx? La parità è la parità.
Fabio Cavalera