Massimiliano Del Barba, Il Sole 24 Ore 13/4/2011, 13 aprile 2011
UN LAVORO CERTO? ECCO LE SCELTE TOP
Energy manager, ingegneri meccanici, consulenti finanziari, Ict manager, responsabili dell’area commerciale estera, marketing manager, responsabili risorse umane, medici chirurghi e di radiologia, infermieri e fisioterapisti.
Se il mercato del lavoro, pur lentamente, sta ripartendo, secondo le principali facoltà italiane, oggi sono questi gli sbocchi professionali più richiesti dalle aziende. Certo non si può trattare di una rilevazione dal valore scientifico, ma è un fatto che le opinioni di chi lavora e insegna nelle dieci fra le maggiori università del paese e le analisi sul placement annualmente sviluppate dal Consorzio Almalaurea finiscano per coincidere su molti risultati.
Se si guarda ai corsi di laurea, secondo l’ultima analisi Almalaurea disponibile, il 97% dei laureati magistrali (cioè chi ha frequentato anche il biennio specialistico) in medicina hanno di fronte la possibilità di trovare, nei tre anni successivi alla laurea, un’occupazione stabile. Seguono, con percentuali che si aggirano attorno all’85%, coloro i quali hanno conseguito un titolo in campo economico-finanziario, gli ingegneri e gli architetti.
Prendendo invece in considerazione gli sbocchi professionali veri e propri, il mercato del lavoro del dopo-crisi sembra premiare in particolare gli studenti che hanno scommesso sulle professioni verdi, su quelle legate allo sviluppo tecnologico e sull’internazionalizzazione del made in Italy.
«La grande attenzione delle aziende nei confronti dei consumi energetici - spiega Marco Taish delegato al placement del Rettore del Politecnico di Milano - tiene costantemente ad alto livello la domanda di ingegneri, in particolare di coloro che hanno una specializzazione in ingegneria energetica. Giovani che andranno a occupare ruoli di responsabilità nelle utilities pubbliche, oppure come energy manager nelle aziende che producono energia o che devono rivedere il proprio piano di consumi energetici».
Da sempre molto apprezzati, anche gli ingegneri laureati al Politecnico di Torino sembrano non incontrare particolari difficoltà una volta usciti dal percorso di studio. «È un fatto che la preparazione fornita nei Politecnici di Milano e di Torino - conferma Bernardino Chiaia, vicerettore a Torino - rappresenta un attestato di garanzia che funziona come biglietto da visita al momento della prima candidatura. Mentre fino a qualche anno fa, tuttavia, si era puntato molto su una serie di curricula iperspecialistici come l’ingegnere del cinema e delle nanotecnologie, la realtà ci dice che sono ancora i percorsi tradizionali, come quelli in ingegneria meccanica, i più apprezzati dal mondo del lavoro. L’iperspecializzazione può funzionare in un master post-laurea, ma all’università premia ancora l’acquisizione di competenze trasversali».
La crisi ha comunque modificato alcune tendenze. «Fino a tre anni fa - sottolinea Arianna Cattarin, responsabile dell’Ufficio placement della Ca’ Foscari di Venezia - gli studenti con specializzazione in marketing erano molto richiesti. Oggi la bilancia pende invece verso la commistione fra lingue straniere ed economia per assumere responsabili dell’area commerciale estera da impiegare nei programmi di internazionalizzazione delle aziende italiane».
Un mix di competenze, quello fra lingue straniere ed economia, che premia anche gli studenti della Bocconi di Milano. «È ormai fondamentale avere un approccio internazionale - aggiunge Francesco Saita, direttore della scuola Graduate della Bocconi -. Fra i nostri studenti che hanno frequentato corsi in lingua inglese circa un terzo hanno trovato lavoro all’estero. Fanno i consulenti, lavorano nella finanza o nei quartier generali delle multinazionali. Ci sono poi alcune professioni emergenti, come quelle in area public management che richiedono competenze miste per fare lavoro di lobbying con le istituzioni pubbliche o quelle nei business innovation center delle multinazionali nella gestione dei processi di innovazione».
A Roma, la Sapienza sta puntando molto sul settore Ict. «Per quanto concerne Ingegneria - spiega il professore della facoltà di Economia Fabrizio D’Ascenzo - i campi dove stiamo cercando di investire di più per rispondere alle richieste del mercato del lavoro sono i corsi di Ingegneria civile e industriale nonché di Ingegneria dell’informazione, informatica e statistica. Per quanto riguarda Economia, invece, sono i due specifici percorsi di natura aziendale e di natura economica a raccogliere i migliori risultati in termini di placement».
Per quanto riguarda le lauree di primo livello, si confermano buoni investimenti in termini di occupabilità i percorsi legati al mondo della salute e della cura della persona. Così per l’università di Palermo: «Le nostre lauree più spendibili nel breve periodo - spiega il rettore Roberto Lagalla - sono quelle che afferiscono alle professioni universitarie, e in particolare infermieristica, fisioterapia, logopedia, terapia della psicomotricità dell’età evolutiva. Credo però che nel prossimo futuro una crescita nelle scienze sociali, con skills sempre più richieste anche in ambiti prima riservati ai laureati in discipline scientifiche e tecniche». Impressioni simili a Tor Vergata: «Tra le lauree di primo livello - racconta Stella Iezzi, componente del Nucleo di valutazione dell’ateneo capitolino - più efficaci sono quelle sanitarie in Infermieristica (87% di occupati) e Fisioterapia (80%), seguite dal corso in Lingue nella società dell’informazione (72%). Si tratta di corsi altamente professionalizzati e i partecipanti, in molti casi, già lavorano fin da quando sono studenti. Il lavoro che svolgono è, generalmente, molto coerente con il titolo conseguito».
Alla Luiss, infine, nell’area legale le maggiori opportunità riguardano il diritto amministrativo, quello fallimentare e il merger & acquisition. «Esiste tuttavia un settore emergente molto interessante - spiegano dall’ateneo -, vale a dire quello delle human resources, dove è appunto in crescita la domanda di laureati in Giurisprudenza».