Eugenio Bruno, Il Sole 24 Ore 13/4/2011, 13 aprile 2011
FEDERALISMO, 64 «MOSSE» ATTUATIVE
La Lega è pronta a concedere un time out sul federalismo. La conferma è giunta ieri da Roberto Calderoli che ha dato per imminente l’arrivo di un disegno di legge con la proroga di sei mesi dell’intera delega. Un supplemento di istruttoria da utilizzare in tre direzioni: per l’emanazione dei 64 provvedimenti che mancano all’appello per applicare i cinque decreti legislativi già varati; per l’approvazione definitiva dei tre Dlgs varati in via preliminare da Palazzo Chigi; per la «verifica» sullo stato dell’arte invocata a gran voce dal Pd.
Dopo aver incassato i sì più attesi (su fisco municipale e regionale) il Carroccio sembra ora disponibile a rallentare la marcia di avvicinamento alla riforma che più gli sta a cuore. Intervenendo in bicamerale il ministro della Semplificazione ha ripetuto quanto annunciato a questo giornale il 26 marzo scorso. Dicendosi pronto a spostare dal 21 maggio al 21 novembre la dead line per l’attuazione della legge 42 del 2009. E il Ddl che la dispone potrebbe arrivare già oggi in Consiglio dei ministri.
Al suo interno troveranno spazio altri slittamenti in avanti. Vale a dire l’allungamento da 60 a 90 giorni dei termini per l’esame in Parlamento dei decreti legislativi, l’aggiunta di altri 12 mesi ai 36 previsti per l’introduzione delle città metropolitane e l’ampliamento da due a tre anni del periodo entro il quale potranno arrivare i decreti correttivi o modificativi di quelli emanati.
Contestualmente la commissione guidata da Enrico La Loggia (Pdl) ha fissato per martedì prossimo la data del "tagliando" chiesto dal leader dei democratici Pier Luigi Bersani. In quella sede, ha spiegato il capogruppo nella bicameralina Walter Vitali, il Pd presenterà «le sue proposte per la revisione di decreti già approvati, come quello relativo al fisco municipale» e chiederà all’Esecutivo come «intende raccordare l’attuazione del federalismo con l’annuncio di una riforma fiscale che, sulla base delle dichiarazioni del ministro Giulio Tremonti, sarebbe contenuto nel Programma nazionale per le riforme».
L’impatto della "pausa di riflessione" accordata all’opposizione si farà sentire anche sui Dlgs già in itinere. In primis sul sesto decreto che disciplina gli interventi speciali. Il provvedimento è in Parlamento dal 2 febbraio e doveva essere approvato il 23 aprile. Se non fosse che la bicamerale ne ha disposto lo slittamento al 5 maggio. Nel frattempo verranno nominati i relatori del settimo sull’armonizzazione dei bilanci pubblici che non dovrebbe portare via molto tempo perché pieno di dettagli contabili. Più avanti arriverà l’ottavo su premi e sanzioni per governatori e amministratori locali che è stato riapprovato la settimana scorsa a Palazzo Chigi e che deve ancora ottenere l’ok della Conferenza unificata.
Oltre che a disciplinare gli aspetti inattuati della delega – perequazione a regime per Comuni e Province, soluzione alla diatriba Tarsu/Tia e funzioni di Roma capitale – la proroga di sei mesi tornerà utile per emanare i 67 provvedimenti applicativi tra Dm, Dpcm e regolamenti previsti dai cinque Dlgs finora giunti al traguardo.
Il conto è stato fatto dal servizio studi di Montecitorio. Su 67 atti attesi finora ne sono arrivati solo tre: due dell’Agenzia del demanio sui beni esclusi dal trasferimento a Regioni ed enti locali e uno delle Entrate sulle modalità per la scelta della cedolare secca. I restanti 64 interesseranno in misura maggiore (28) il decreto sul fisco regionale e i costi standard che è ancora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Si tratta di un gruppo estremamente composito sia per data che per materia: dai 30 giorni per il Dm dell’Economia che riforma l’Ipt ai 12 mesi per rideterminare l’addizionale regionale Irpef. Nutrita è anche la pattuglia di adempimenti collegati al municipale: 14, al netto di quello sulla cedolare e inclusi i regolamenti tanto attesi dai Comuni su tassa di soggiorno e imposta di scopo. E passando per i tre a testa di fabbisogni standard e Roma capitale si risale così al demaniale. Che, sebbene sia entrato in vigore 10 mesi fa, aspetta ancora 16 tasselli operativi su 18.