Giulia Crivelli, Il Sole 24 Ore 13/4/2011, 13 aprile 2011
UNA VETRINA DA 33 MILIARDI
Un settore che nel 2010, dopo due anni di sofferenza, è tornato a crescere e la cui produzione, direttamente, vale 21,301 miliardi (+1,8% rispetto al 2009). Una cifra che arriva a 33,2 miliardi se si considera l’indotto (si veda l’articolo qui sopra). Il comparto del legno-arredo è una parte fondamentale del sistema manifatturiero italiano: le imprese (33.140) sono il 15% del totale del nostro Paese e gli addetti ( 222.456, secondo gli ultimi dati di Federlegnoarredo) pesano per il 9% sul totale degli occupati dell’industria italiana. A trainare la crescita del 2010 sono state le esportazioni, che valgono il 47% della produzione complessiva (10,004 miliardi) e sono aumentate del 5,4% rispetto ai 9,5 miliardi del 2009, ma anche qui con luci e ombre: le vendite all’estero di sedie, per esempio, sono cresciute del 9,5%, mentre quelle di camere da letto sono calate del 2,1%. Significativa anche la crescita dell’export per il settore illuminazione (+4,4%). La Francia rimane il primo Paese cliente di mobili e lampade made in Italy (1,68 miliardi il valore delle esportazioni, in crescita del 6,9% rispetto al 2009), davanti alla Germania (1,185 miliardi, +5,9%). Positivo anche il ritorno della domanda dal mercato americano (+7,5%), mentre la Russia resta al quarto posto come mercato di sbocco, ma ha fatto registrare un calo dell’1,1%. Vistosa la riduzione delle esportazioni verso la Grecia, nono mercato con 228,73 milioni ma in diminuzione del 21,8% rispetto al 2009. Un dato facilmente comprensibile alla luce della grave crisi che ha colpito il Paese. Tornando ai singoli settori, il fatturato delle cucine, dove l’Italia contende il primato di qualità ed eccellenza alla Germania, nel 2010 è cresciuto del 2,2% a 1,9 miliardi. Il primo mercato è la Francia, che ha registrato un vero e proprio rimbalzo sul 2009, annus horribilis per l’intera filiera del legno-arredo (e per l’economia globale), con una crescita del 13,5% e un valore complessivo di 123,13 milioni di euro. Al quarto posto la Germania (+45,7% sul 2009). Al nono posto come mercato di sbocco c’è la Corea del Sud, che potrebbe essere uno dei mercati del futuro: nel 2010 l’export verso il Paese asiatico è salito del 133,6%.