Alessandro Carlini, Libero 13/04/2011, 13 aprile 2011
UN GIGANTE PER ALLAH
La famiglia reale saudita ha presentato ufficialmente un progetto faraonico per quella che sarà la nuova meraviglia del mondo. Tonnellate di cemento, acciaio e vetro serviranno per costruire a Gedda, sul Mar Ros so, la “Kingdom Tower”, meglio conosciuta come “Torre da un miglio”, che diventerà il più alto edificio della Terra, coi suoi 1609 metri. Un miracolo delle costruzioni per qualcuno, in grado di sfidare le leggi della fisica e quelle dei venti. L’ennesimo esempio del gigantismo arabo, secondo altri.
Ma ai sauditi non interessa, sono all’apice della loro ricchezza fondata sul petrolio e prima che qualcosa cambi vogliono regalarsi un edificio che difficilmente sarà superato. La torre, una volta completata, potrà vantare il doppio dell’altezza della Burj Khalifa di Dubai (828 metri), attualmente il maggiore grattacielo del mondo. Nella costruzione avveniristica ci sarà il centro degli affari dell’Arabia Saudita, con uffici delle multinazionali arabe e straniere, e alberghi, centri commerciali e appartamenti di lusso. Chiunque soffrirà di vertigini è meglio che eviti di salire in cima, anche se da quell’altezza la vista sarà mozzafiato. Un altro inconveniente riguarda chi un giorno lavorerà in qualche ufficio dentro al grattacielo. Per raggiungere la scrivania dovrà svegliarsi almeno un quarto d’ora prima, dal momento che ci vorranno circa 12 minuti per arrivare all’ultimo piano con le scale mobili egli ascensori.
DENARO DAL GREGGIO
Basta scorgere i numeri del progetto per comprenderne la grandiosità: il costo è di 13,4 miliardi di euro (anche se ne potrebbero servire di più), per edificare i 275 piani del palazzo, che avrà 12 milioni di metri cubi di spazio interno. Saranno i sauditi a mettere i soldi, logicamente, tramite la Kingdom Holding Company, società controllata dalla famiglia reale che investe in tutto il mondo grazie ai copiosi proventi delle estrazioni petrolifere e possiede quote di colossi del calibro di Apple, Amazon, Motorola, McDonald’s, Ford. Quindi forse potremo vedere un giorno qualche quartier generale di queste aziende negli uffici “fra le nuvole” della Kingdom Tower.
Non è stato facile per lo studio Adrian Smith and Gordon Gill Architecture di Chicago progettare un edificio del genere. Anche se gli architetti americani avevano alle spalle la realizzazione del Burj Khalifadi Dubai. Per dare forma ai sogni di grandezza dei sauditi hanno dovuto pensare a una struttura lunga e appuntita, che potesse al meglio sfidare le sollecitazioni del vento che si possono avere quando si supera il mezzo chilometro di altezza. Non tutti gli architetti però sono d’accordo con questa tendenza al gigantismo che oggi è diventata una moda delle costruzioni in Medio Oriente.
Secondo Rory Olcayto, vice direttore della rivista “The Architects’ Journal”, «la corsa a costruirei grattacieli più alti è alquanto stupida, dovevi fermerete?». «Questi palazzi», ha aggiunto, «sono il simbolo di un vecchio modo di pensare, è meglio prendere ad esempio il quartier generale della China Central Television di Pechino e non certo questa torre appuntita dalla forma fallica».
Quello che è sicuro è che un investimento del genere permetterà di assumere migliaia di persone che lavoreranno alla costruzione dell’opera, in un periodo in cui il settore delle costruzioni risente ancora della crisi del 2009. Che aveva bloccato il progetto della Kingdom Tower, considerato allora, anche dai sauditi, troppo costoso. Ancora prima, nel 2008, c’erano stati altri imprevisti. Da alcune indagini condotte nel terreno, dove doveva sorgere l’edificio, era emerso che non poteva sopportarne il peso e così la torre era stata ridotta di 500 metri.
TORRI GEMELLE
Ma poi i vari problemi sono stati superati e ora comincia la sfida della costruzione vera e propria. Agli Stati Uniti, che hanno detenuto il record dell’edificio più alto per decenni, ora non resterà che guardare ad Oriente. Sarà alta “solo” 541 metri la Freedom Tower in costruzione a New York, al posto delle Torri Gemelle distrutte dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 da altri arabi a cui il primato occidentale non garbava...
Alessandro Carlini