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 2011  aprile 13 Mercoledì calendario

BLUE ECONOMY, PER VOCE ARANCIO

«La terra produce abbastanza da soddisfare i bisogni di ognuno, ma non per soddisfare l’avidità di tutti» (Mhatma Gandhi).
L’economista Gunter Pauli, nel suo libro Blue Economy (Edizioni Ambiente, 25 euro), propone il passaggio a un sistema basato sull’efficienza e sugli insegnamenti della natura per superare la crisi economico-ambientale-sociale di questi anni. «Il mondo naturale ha già risolto molte delle sfide che la sostenibilità ci pone, in modi sorprendenti, ingegnosi e a volte contro intuitivi. Blue Economy dimostra che si possono applicare la fisica, la chimica e la biologia a materiali rinnovabili attraverso processi sostenibili, proprio come accade negli ecosistemi. […] Con le 100 innovazioni descritte, Blue Economy prevede un potenziale occupazionale di 100 milioni di posti di lavoro» (Achim Steiner, sottosegretario Onu e Direttore esecutivo Unep e Ashok Khosla, presidente Iucn).
La blue economy è un sistema basato sulla diffusione “a cascata” degli ecosistemi. La natura è un sistema produttivo efficiente che non produce rifiuti perché gli scarti degli uni diventano materia prima degli altri. Pauli: «Seguendo un modello a cascata e sfruttando i principi della fisica è possibile soddisfare i bisogni primari in ogni luogo e con ciò che offre il territorio. Anziché scarsità e carenze, con la blue economy avremmo abbondanza di cibo, energia, posti di lavoro e reddito. Generare rifiuti non è il problema che dobbiamo risolvere. Se una specie vivente non genera rifiuti, molto probabilmente è morta, o almeno molto malata. Il problema è che si sprecano i rifiuti che generiamo».
In Africa la causa primaria di amputazione sono le ferite infette. Una tecnica efficace per curarle deriva dalle larve. Nel Benin, presso il Songhai Center, a Porto Nove, è stato messo a punto un sistema per ottenere energia “a cascata” a partire dagli scarti dei mattatoi. Questi, raccolti in centinaia di piccoli quadrati di cemento della profondità del palmo di una mano, vengono coperti con un’enorme rete, le cui maglie impediscono l’accesso agli uccelli, ma non alle mosche, che, una volta depositate le uova, trasformano questo bacino in un enorme allevamento di larve. I contenitori vengono poi riempiti d’acqua, le larve per respirare vengono in superficie e possono così essere facilmente raccolte ogni giorno e date in pasto alle quaglie. Le quaglie prosperano e le uova che producono sono esportate in Francia come una prelibatezza. Una parte delle larve è usata per alimentare i pesci pescati e consumati localmente, il resto viene utilizzato per la concimazione dei campi. Tuttavia, il valore economico più elevato deriva dagli enzimi delle larve, che possiedono proprietà medicinali in grado di cicatrizzare le ferite. A livello globale, più di 4.000 medici in 20 paesi utilizzano questo tipo di terapia. La ZooBiotic Ltd., con sede in Galles, è il primo produttore mondiale di larve vive a uso terapico.
In Africa ci sono circa 15.000 mattatoi. Se tutti dovessero introdurre l’allevamento di larve, l’itticoltura e l’avicoltura (polli, tacchini e quaglie) si potrebbero creare dai 300 ai 500mila posti di lavoro.
Soltanto lo 0,2% della biomassa del caffè è utilizzato, il 99,8% viene buttato.
Sulla lignocellulosa dei rifiuti del caffè si possono coltivare funghi, per giunta shiitake, una delle qualità più costose e dalle migliori proprietà benefiche sul mercato. Grazie alla presenza della caffeina, la loro capacità di crescita è tre volte superiore rispetto a quella della coltivazione su querce. Ma non è finita. Il substrato che rimane è ricco di proteine e può essere utilizzato come fertilizzante o come cibo per polli, capre e anche bisonti. Il metodo “dalla polpa alle proteine”, trasformando un flusso di rifiuti in uno di reddito, potrebbe generare redditi di ben 1,5 milioni di volte superiori a quelli prodotti oggi dal caffè. La materia prima è gratis, il consumo di energia minimo e la domanda di prodotto è enorme. Si stima che oggi, in Colombia, almeno 10mila persone lavorino nella produzione di funghi. Nel solo 2008, programmi di formazione hanno permesso di introdurre a questo metodo contadini di Tanzania, Congo, Sudafrica, Camerun, Mozambico e Stati Uniti. Ogni piantagione di caffè che adotta questo tipo di coltivazione può generare due nuovi posti di lavoro. Al mondo ci sono circa 25 milioni di piantagioni di caffè, distribuite in 45 paesi. In pratica, 50 milioni di posti di lavoro ipotetici.
Secondo una stima dell’Onu, entro il 2025, 1,8 miliardi di individui vivranno in paesi o regioni colpiti da scarsità d’acqua.
Il coleottero tenebrione (Onymacris plana) del deserto del Namib vive in una zona dove cadono appena 1,27 cm d’acqua l’anno e, nonostante ciò, sfruttando la presenza sul corpo di superfici idrofile e idrofughe, riesce a immagazzinare acqua sufficiente per bere e lavarsi. Se l’aria espulsa ogni giorno dalle torri di raffreddamento di un edificio di grandi dimensioni fosse fatta passare su una combinazione di superfici idrorepellenti e idrofile, si potrebbero incanalare dal tetto verso i piani sottostanti cento metri cubi di acqua al minuto. Da alcuni test iniziali è emerso che così si potrebbero recuperare fino al 10% dell’acqua perduta, riducendo l’effetto “isola di calore” e abbassando i costi energetici degli edifici circostanti. Secondo alcune stime, ogni anno si costruiscono circa 50.000 nuove torri di raffreddamento ad acqua e le più grandi perdono 500 milioni di litri d’acqua al giorno.
A Harare, in Zimbabwe, il centro commerciale Eastgate è stato il primo edificio multipiano che, imitando il lavoro delle termiti, è riscaldato e raffreddato solo con ventilazione naturale. Il sistema di aereazione delle termiti assicura nel termitaio una temperatura costante di 30 °C e un’umidità del 61%. I camini scaldano l’aria, che sale e fuoriesce dal termitaio creando un vuoto al suo interno. L’aria proveniente dall’esterno viene incanalata nelle piccole gallerie sotterranee: se è calda e umida si raffredda e rilascia umidità; se è fredda e secca, si scalda e assorbe umidità. È tutto basato sulla fisica. Indifferenti alle condizioni meteorologiche esterne, le termiti sanno come calcolare e costruire i loro nidi in qualsiasi parte del mondo: cambiano semplicemente il colore, larghezza, la lunghezza o l’altezza delle gallerie e dei camini nel nido per mantenere sempre una certa temperatura e umidità.
Le zebre offrono un altro esempio di tecnologia che potrebbe ridurre il bisogno di isolamento. Questi animali riescono a ridurre la loro temperatura di superficie di circa 9° C, sfruttando le correnti d’aria generate dall’alternanza delle strisce bianche e nere. Il colore bianco riflette il sole e quindi riduce il calore. Il colore nero assorbe i raggi solari e fa aumentare la temperatura di superficie. L’aria calda sopra le strisce nere sale provocando una differenza di pressione rispetto a quella più fredda sopra le strisce bianche. In questo modo si generano delle microcorrenti che raffreddano la superficie. Sfruttando questa alternanza di bianco e nero anche per gli edifici, le temperature interne potrebbero essere ridotte di circa 4,7 °C, con un risparmio energetico di circa il 20%.
La Delicea pulchra, un’alga rossa che vive tra il Giappone e la Tasmania, produce una piccola molecola, detta furanone, che rende i batteri temporaneamente “sordi” e ne impedisce la comunicazione. Se non ricevono determinate molecole, i batteri non riescono a invadere l’ospite. I furanoni, in questo caso, potrebbero eliminare il bisogno di antibiotici e battericidi e fornire un’alternativa alle industrie chimiche e farmaceutiche che devono affrontare l’evoluzione delle mutazioni resistenti ai farmaci. Nel settore del largo consumo, un deodorante ai furanoni ridurrebbe il numero dei batteri che si nutrono del sudore e causano il cattivo odore. Allo stesso modo, un colluttorio potrebbe combattere l’alitosi e la carie.
La Nanopass 33, prodotta dalla giapponese Terumo, è una siringa indolore il cui ago, una sorta di cilindro di acciaio inossidabile supersottile di forma conica, prende spunto dalla forma della proboscide delle zanzare. Il diametro della punta è di soli 0,2 millimetri, il 20% in meno rispetto agli aghi convenzionali. Essendo gli aghi più sottili, c’è anche un risparmio di materiale. Nel 2005, l’ago Nanopass 33 è stato premiato dalla Japan Industrial Design Promotion Conference con il Grand Good Design Award.
Il professor Jorge Reynolds, osservando la capacità delle balene di indirizzare piccole correnti elettriche tramite canali di cellule, all’interno e intorno al cuore, pensò di ricreare dei tubicini del diametro di una cellula per canalizzare la corrente dai tessuti sani a quelli lesi. Il suo nano pacemaker (700 nanometri), nonostante i test di laboratorio ne abbiano confermato l’efficacia, non ha superato l’esame della Food and Drug Administration. Non si conoscono casi di arresto cardiaco nelle balene.
Costo di un pacemaker: 50mila dollari. Costo del nano pacemaker di Reynolds: 500 dollari.
Agli inizi degli anni Cinquanta, dopo una passeggiata in campagna, l’ingegner svizzero George de Mestral esaminò gli uncini dei frutti di bardana che gli si erano attaccati ai vestiti e inventò il velcro.
In Giappone, la Nitto Denko ha messo in commercio nastri adesivi ispirati alla capacità dei gechi di sfruttare le forze elettrostatiche intermolecolari di attrazione e repulsione per aderire a superfici bagnate, asciutte, ruvide o lisce. La Columbia Forest Products ha invece messo sul mercato una colla senza formaldeide, ispirata alla soluzione collosa che le cozze sviluppano per rimanere attaccate alle rocce.
La domanda mondiale di adesivi e sigillanti genera un giro d’affari di circa 50 miliardi di dollari l’anno. Solo in Europa, ogni anno, l’industria degli adesivi e dei sigillanti investe 200 milioni di dollari in ricerca e sviluppo.
In Germania, il Fraunhofer-Institut ha sviluppato un metodo per sfruttare l’elettricità che deriva dal naturale calore corporeo. La differenza tra la temperatura del corpo umano e quella dell’ambiente circostante –più caldo o più freddo - è sufficiente a generare circa 200 millivolt (un’apparecchiatura elettronica richiede almeno 1-2 volt). Il ricercatore tedesco Peter Spies è sicuro che, quando i nuovi sistemi saranno migliorati, sarà sufficiente una differenza termica di 0,3 gradi per generare abbastanza energia da far funzionare un telefono cellulare.
L’abalone è un mollusco in grado di autopulirsi. La Inax, industria giapponese di ceramiche per casalinghi, ha disegnato alcuni prodotti ispirandosi a questa sua capacità di respingere lo sporco.
I pipistrelli potrebbero condurre a notevoli miglioramenti nelle tecnologie usate per la sicurezza negli aeroporti. La Farran Technology, un’azienda irlandese, ha sviluppato Tadar (da Talarida, genere di pipistrelli brasiliani), un sistema di sicurezza che, usando lunghezze d’onda di tre millimetri, individua tutti gli oggetti sospetti, non solo quelli metallici, nascosti sotto gli abiti. Il contrasto termico tra la radiazione naturale del corpo e qualsiasi oggetto nascosto - che sia metallico, non metallico, plastico o liquido - è individuata e identificata attraverso un’immagine nitida ottenuta partendo dalla frequenza di risposta dell’oggetto.
La Mercedes Benz si è ispirata al pesce scatola (Ostracion cubicus) per il design della Bionic Car. La Toyota, invece, ha progettato un nuovo sistema di sospensioni per automobili, studiando la sacca di fluido dietro il becco del picchio che permette all’animale di assorbire gli impatti.
A El Hierro, un’isola nelle Canarie, sono state adottate 19 delle 100 innovazioni presentate da Gunter Pauli. Entro la fine del 2011, l’isola sarà autosufficiente per quanto riguarda l’acqua e l’ energia. Nel giro di sette anni, tutti gli scarti agricoli saranno utilizzati nella produzione di funghi e il substrato esaurito diventerà compost o nutrimento per gli animali. Entro dieci anni, ogni veicolo sarà ad alimentazione elettrica e il fabbisogno di energia sarà soddisfatto sfruttando il moto ondoso dell’oceano.
«Un periodo di crisi, in cui i leader di mercato sono messi a dura prova e alcuni sono persino in pericolo di sopravvivenza, è forse il momento migliore per i giovani, anche di spirito, per orientarsi verso un nuovo modello d’impresa» (Gunter Pauli).