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 2011  aprile 11 Lunedì calendario

Quell’indagine romana sulle false fatturazioni che spaventa D’Alema - A Roma si indaga su so­cietà e fondazioni vicine ai Ds

Quell’indagine romana sulle false fatturazioni che spaventa D’Alema - A Roma si indaga su so­cietà e fondazioni vicine ai Ds.A quasi vent’anni dall’in­chiesta milanese sul Pci-Pds legata alle tangenti Enel ere­ditata all’epoca dalla collega Tiziana Parenti, il pm Paolo Ielo, nel frattempo arrivato alla Procura della capitale, non ha trovato un nuovo «compagno G» ma si è imbat­tuto nel braccio destro di Massimo D’Alema e nella fondazione Italianieuropei creata da quest’ultimo inda­gando su un giro di false fat­turazioni e dubbi finanzia­menti probabilmente anche a partiti politici. Il grande mo­ralizzatore è così ancora una volta sfiorato dai sospetti. I contorni dell’inchiesta vertono sulla violazione in concorso dell’articolo 8 DL­gs 74/ 2000,ovvero l’emissio­ne di fatture o altri documen­ti per operazioni inesistenti. Indagati un importante co­struttore romano e soprattut­to Vincenzo Morichini, «fe­delissimo dell’esponente Ds, ex ad di Ina-Assitalia» (come lo definimmo, da non indagato, nel giugno 2009 al­lorché il Giornale si imbattè nel suo nome e nelle sue in­tercettazioni con una mai­tresse d’alto bordo finiti tra le carte processuali dell’inchie­sta sulle escort e uomini del­l’ entourage di Baffino) da sempre legatissimo all’attua­l­e presidente del Copasir tan­to da condividerne la prima barca Ikarus. Nel mirino de­gli investigatori ci sarebbero diverse società, legate a Mori­chini da contratti di consu­lenza, che ora rischiano di doversi difendere dall’accu­sa di dichiarazione fraudo­lenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesi­stenti. Un servizio che secon­do il magistrato non sarebbe però mai stato reso o avreb­be avuto natura illecita. Nel corso delle perquisizioni di­sposte dalla Procura l’atten­zione degli investigatori si è soffermata stranamente an­che su documenti relativi al­le contribuzioni volontarie alla fondazione di D’Alema, che in realtà non avrebbero dovuto avere a che fare con l’oggetto del fascicolo.Un in­teresse che ha suscitato non pochi timori in certi ambien­­ti della sinistra, perché è pro­b­abile che gli inquirenti pun­tino ad accertare se questo presunto giro di fatture false sia un modo occulto per fi­nanziare l’ex premier. E il coinvolgimento di Morichi­ni, che potrebbe anche esser­si occupato di raccogliere pubblicità per la fondazio­ne, non farebbe dormire son­ni tranquilli a più di una per­sona. Tantissime fatture del­la sua società Sdb ( Soluzione di Business ) srl sono state rin­venute dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza nel corso di una perquisizione negli uf­fici del colosso di costruzioni romano. A seguito di più in­formative dei baschi verdi sull’attività di Morichini in tandem con il costruttore (la prima nota dettagliata reca­pitata in Procura porta la da­ta del 15 ottobre 2010) il pm Ielo ha deciso di imporre un’accelerazione agli accer­tamenti nati, così sembrereb­be, da una costola dell’in­chiesta Finmeccanica, in particolare dai rivoli che por­terebbero alla Elsag Data­mat, Pierfran­cesco Guarguaglini, già fini­ta tra le carte dei magistrati di Roma, Napoli e Trapani. Assieme ad una sfilza di fat­ture del medesimo importo di seimila euro, emesse una ogni due mesi dal gennaio del 2010 al marzo del 2011, e intestate alla Sdb srl , i finan­zieri h­anno prelevato nell’uf­ficio dell’imprenditore inda­gato alcune lettere in cui si comunicano gli estremi di bonifici a favore della Fonda­zione Italianieuropei. Due di queste lettere, una del 14 luglio 2008 e l’altra del 7 set­tembre 2009, con annesse ri­cevute di pagamento da die­cimila euro ciascuna. Come venivano utilizzati questi soldi? E che cosa otte­neva in cambio chi faceva i bonifici? Il pm Ielo sta lavo­rand­o con grande riservatez­za per capire se si sia imbattu­to soltanto in reati di natura fiscale oppure se ci sia altro da scoprire dietro a questo gi­ro di operazioni inesistenti e di contribuzioni alla fonda­zione del presidente del Co­pasir in cui sarebbe coinvol­to il «socio» di D’Alema.