Marco Bardazzi, La Stampa 11/4/2011, 11 aprile 2011
È GIA’ CRISI PER THE DAILY
Pagare qualcosa che si era abituati a ricevere gratis non piace a nessuno. È una realtà che vale per ogni aspetto della vita e non c’è motivo di ritenere che l’informazione sia un’eccezione. La riprova arriva dagli esperimenti che gli editori stanno tentando per costruire nuovi modelli di business nell’era digitale, muovendosi in uno scenario dove per oltre un decennio le news sono state distribuite gratis su Internet.
Nel mondo editoriale globale, nessuno ha fatto più di Rupert Murdoch per cercare di porre un cartellino del prezzo sui contenuti giornalistici. I risultati non sembrano entusiasmanti. È vero, il suo Wall Street Journal sembra cavarsela bene anche dopo aver messo a pagamento buona parte degli articoli disponibili. Non altrettanto si può dire però del Times di Londra, intorno al quale Murdoch ha eretto un muro totale sul web e che è praticamente scomparso dalla Rete. Adesso segnali di crisi arrivano dall’ultimissimo gioiello di famiglia della News Co., The Daily , il quotidiano solo per iPad lanciato a febbraio. Dopo un mese gratis, dal 21 marzo è a pagamento. Gli abbonamenti sono a buon mercato: 0,99 dollari la settimana. Eppure il quotidiano pensato per la tavoletta Apple non sembra decollare. Numeri ufficiali non ce ne sono, ma analisi svolte dal «Nieman Lab» di Harvard e dal sito Mashable.com indicano un netto calo di messaggi Twitter provenienti da The Daily e stimano che gli abbonati per ora siano 75.000. Cioè un decimo dei 750.000 l’anno che, secondo gli analisti, servono alla testata per non chiudere in rosso.