Enrico Franceschini, la Repubblica 11/4/2011, 11 aprile 2011
LE LACRIME DEL GRAND NATIONAL: FANTINO IN FIN DI VITA, DUE CAVALLI MUOIONO IN PISTA
È la corsa di cavalli più lunga del mondo: quattro miglia e mezzo, sette chilometri. Aggiungeteci gli ostacoli, così difficili da superare che qualche anno fa li hanno abbassati, un poco, tanto i cavalli andavano a sbatterci contro. Aggiungeteci il caldo anormale, estivo, che ha colpito l´Inghilterra in questi giorni. Risultato: una carneficina. Due cavalli morti. Metà dei quaranta partenti non arrivati al traguardo. Un fantino in fin di vita. Il (cavallo) vincitore, Ballabrigs, che appena passato il traguardo ha avuto bisogno dell´ossigeno, tanto era disidratato e sfinito. L´altro vincitore (il fantino Jason Maguire), squalificato per cinque giornate per «uso eccessivo del frustino».
È sempre così, per certi versi, il Grand National, classicissima dell´ippica inglese e mondiale. Una corsa "estrema". Una sfida da gladiatori, da Colosseo, da circo: non a caso piace da matti agli americani. E non per nulla si fa ad Antree, storico ippodromo di Liverpool, un posto da classe operaia, da duri, anche se per l´occasione le mogli dei duri, degli operai, e pure di quelli con i soldi, indossano cappellini ridicoli, tacchi a spillo e vestitini patetici perché da queste parti, alle corse, usa così, il kitsch viene fatto passare per eleganza e comunque dopo qualche pinta di birra non ci bada più nessuno. Ma quest´anno la corsa è stata anche più estrema del solito.
Non si uccidono così anche i cavalli? Il titolo di un vecchio film, su una atroce maratona di danza, potrebbe riassumere bene la tragica giornata. Qualcuno dà la colpa al caldo insolito di questo aprile inglese, che ha raggiunto temperature record, vicine ai 30 gradi, con forte umidità, riempendo le spiagge ma rendendo anche molto più faticoso il compito dei cavalli. Ma non c´entrano solo le condizioni atmosferiche. In un decennio, dal 2000 ad oggi, ben 33 cavalli sono morti nella tre giorni di gare del Grand National e decine sono rimasti infortunati, molti così gravemente da non poter più correre. I due che hanno perso la vita sabato sono caduti dopo un ostacolo: uno si è rotto la schiena, l´altro le gambe e il fegato, entrambi sono morti in diretta, davanti a migliaia di spettatori e milioni di telespettatori, ancora prima che potessero essere prestati loro i soccorsi, e uno dei fantini, Peter Toole, travolto da destrieri che pesano quintali, ora lotta per la vita in ospedale.
La polemica si estende ai telecronisti della Bbc, che nel raccontare i paurosi incidenti della giornata hanno definito i due cavalli che giacevano immobili sulla pista come degli «ostacoli», che ingombravano il cammino per gli altri poveri quattrozampe che cercavano di arrivare in fondo.
Non a caso i gruppi animalisti hanno ribattezzato questa corsa "blood bath", bagno di sangue. E i fantini ammettono che, quando finiscono il primo dei due giri di pista su cui sono suddivisi i 7 chilometri del percorso, i cavalli capiscono che non è finita, che toccherà loro fare un altro giro prima di poter tornare nelle stalle, e allora sono scossi da un fremito, di paura, dolore, tensione nervosa.