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 2011  aprile 11 Lunedì calendario

SPUNTA UNA NUOVA LISTA DI CLIENTI NOMI CRIPTATI PER AGGIRARE IL FISCO


ROMA - Un’operazione da settanta milioni di euro. Un altro contratto, oltre a quello della Vector aerospace che ha garantito al broker dei Parioli 84 milioni di euro per la produzione di quattordici eurofighter. L’affare da 70 milioni, gestito nel 2008 da una società riconducibile a Gianfranco Lande, è adesso all’esame degli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza, guidati dal generale Leandro Cuzzocrea. E mentre spunta un’altra lista, con nomi criptati, la versione fornita dal Madoff dei Parioli il 6 aprile al pm Luca Tescaroli sui rapporti «con il dipartimento militare tedesco Eads» non convince. Ma non convince neppure la ricostruzione della truffa.
A verbale Lande raccontato che la lista sequestrata a Torreggiani non è completa, ce n’è un’altra lista, con una dozzina di posizioni «schermate», la cui identità è ancora sconosciuta. Poi ha spiegato come sono spariti i soldi dei 1500 investitori. «L’elenco completo dei clienti è inserito in un file che io ho preparato. Ci sono una dozzina di soggetti che, in quanto codificati, stavo cercando di identificare per attribuire loro un’identità. Credo che questa fosse un’abitudine generata intorno al 2000. Non ho nessuna idea del motivo. Per altri soggetti avevo già svolto, con successo, l’attività di decriptazione, incrociando i dati con le risultanze delle movimentazioni bancarie. Trattandosi di soggetti gestiti da terzi non avevo la visibilità di queste situazioni. Credo ci possano essere motivazioni di carattere fiscale. Lo sforzo principale è stato quello di identificare i soggetti ma non ho effettuato delle quantificazioni. Si tratta di questioni prettamente fiduciarie». Gli investimenti «mascherati», si legge nel verbale, erano effettuati «In Italia con bonifici e assegni, parte con operazioni estero su estero sul conto Hsbc. Non c’è più nulla, perché c’è stato un trasferimento massiccio di denaro per far fronte alla situazione finanziaria Eim. Sussiste uno stato di decozione di tutto il gruppo, generato da Eim. Le restituzioni sono state sostenute da Dharma e successivamente da Egp».
Lande ha anche tentato di spiegare come il meccanismo si sia inceppato e come i soldi, almeno quelli dei 733 clienti di Roberto Torreggiani, siano spariti: non ci sarebbero mai stati investimenti, il denaro dei nuovi risparmiatori sarebbe stato ”girato” sotto forma di interesse a quelli vecchi: «Il denaro raccolto da Torreggiani - ha spiegato Lande - veniva annualmente utilizzato per rimborsare i clienti. Dal ’94 in poi la disponibilità finanziaria solo per una minima parte è stata investita. Io non avevo piena conoscenza di ciò. Dal ’97 in poi non ho più fatto effettivamente parte della Eim, salvo mantenere le cariche formali. Pur essendo titolare del conto corrente non ho preso cognizione dei relativi movimenti che ho analizzato solo successivamente. Ero titolare di un conto Carispaq, ma non ho mai controllato gli estratti conto perché venivano mandati all’ufficio in via Bocca di Leone». E’ a questo punto che il pm chiede a Lande perché abbia deciso di fare lo scudo fiscale se non conosceva la situazione: «Mi sono reso conto della situazione prima di fare lo scudo fiscale. Per le partiche dello scudo ho riportato i dati che risultavano dalla contabilità clienti di Eim, pur avendo la consapevolezza che non erano aderenti al vero. Ho avallato questa situazione per pura paura perché temevo accadesse quello che è accaduto ora. Avevo uno spiraglio infinitesimale di potere ricomporre la situazione finanziaria disastrosa». Poi a domanda di Tescaroli sulla consapevolezza dei clienti dice: «Le persone che ho conosciuto, circa 100, sapevano che Eim non era abilitata. Ricordo il nome del principe Giovanni Pignatelli. Sapevano perché c’è stata chiarezza fiscale e chiarezza nei rapporti. Eim nasce da una piccola cerchia di soggetti con determinati requisiti che potevano fare investimenti alternativi. Sapeva anche Luigi Maroni Ponti. Sono persone con cui ho iniziato un rapporto nei primissimi anni ’90».

Valentina Errante