Roberto Iasoni, Corriere della Sera 11/04/2011, 11 aprile 2011
L’AUTO INTELLIGENTE
Ad aprire lo sportello del bagagliaio con il piede (umano, non di porco: questa è chiaramente un’altra faccenda) ci ha pensato la Volkswagen: ci si avvicina all’auto con le mani occupate e il telecomando della Passat in tasca, si allunga il piede sotto il paraurti, un sensore dà l’ok allo sblocco della serratura e il portellone si solleva. Da sempre l’auto si muove in direzione della funzionalità, ma le più recenti innovazioni rivelano un «quoziente d’intelligenza» altissimo. Esempio: la Passat, ancora lei, «legge» la segnaletica. Una telecamera inquadra i limiti di velocità o i divieti di sorpasso e sullo schermo del navigatore appare l’indicazione. Sempre che i cartelli siano ben visibili, d’accordo, ma trattasi pur sempre di un vantaggioso «terzo occhio» . Poi ci sono gli abbaglianti automatici, che se li dimentichi accesi non fai male a nessuno: quando la telecamera inserita nel parabrezza «vede» un veicolo, si attivano piccoli schermi che oscurano la parte del fascio luminoso che potrebbe abbagliare. A proposito di vista, la nuova Audi A6 scandaglia la notte buia: una telecamera a infrarossi — inserita in uno degli anelli del logo, sul frontale— riconosce persone e animali fino a 100 metri di distanza. L’elettronica trasforma i dati in immagini: la strada (fredda) è scura; gli esseri viventi (che irradiano calore) sono luminosi. Le figure appaiono sul display da 7 pollici. L’auto vede quello che è ancora nascosto al guidatore. Forse salva una vita. C’era una volta il cruise control: impostavi la velocità di crociera e l’auto obbediva, mettendo a riposo il piede destro. Minore stress, inflessibile rispetto del limite. C’era, ma se lo godevano soprattutto gli americani, sui loro stradoni infiniti, rettilinei, placidi. Nel nostro traffico, a singhiozzo e indisciplinato, era un continuo disinserirlo. Oggi c’è il cruise control attivo, che mantiene la velocità desiderata e la modula in ragione del traffico. Togli il piede dall’acceleratore e potresti non rimetterlo più neppure nell’agitato flusso vacanziero, perché un sensore radar nascosto nella minigonna anteriore misura lo spazio fino a 50 metri. Strada sgombra: via libera. Ostacolo in avvicinamento: decelerazione per mantenere la distanza di sicurezza. Riapertura: accelerazione per tornare al limite impostato. In certi casi (vedi l’ultima Bmw X5), il cruise control può essere ancora più attivo, abbinato al sistema Stop&Go: fra i 30 e i 180 orari, oltre a variare l’andatura, se necessario rallenta l’auto fino all’arresto. L’auto «intelligente» , è ovvio, non deresponsabilizza il guidatore: rende più rilassante la guida e intensifica la vigilanza. Comfort e sicurezza viaggiano insieme. Con un pizzico di umorismo, perché no? Si chiama Attention Assist e la Mercedes lo ha messo al centro del lancio della nuova Classe C (ma c’è anche sulla Volkswagen Passat): il sistema è simboleggiato da una tazza di caffè fumante. I sensori «osservano » il comportamento del guidatore, ne tracciano un profilo nei primi minuti, lo tengono costantemente sotto controllo e ne riconoscono l’affaticamento soprattutto (i parametri di valutazione sono una settantina) dai troppi e ingiustificati movimenti del volante. Perché un «pilota» stanco commette frequentissimi errori di traiettoria, e spesso li corregge con manovre brusche. A quel punto l’assistente non ha più dubbi: l’assistito è sulla soglia del «colpo di sonno» . Così scatta un doppio avvertimento: un «bip» e un messaggio sul display del cruscotto. La tazza di caffè fumante, appunto. E per spazzare via ogni equivoco, sotto la figura appare la scritta: «Attention Assist. Pausa!» . Con il punto esclamativo, che tutto sommato si addice a un’auto tedesca.
Roberto Iasoni