Alessandro De Nicola, Il Sole 24 Ore 10/4/2011, 10 aprile 2011
ABITA NEGLI USA LA POLITICA CHE GUARDA LONTANO
Qualche lettore avrà in mente una pietra miliare del cinema, Mr. Smith goes to Washington, un film di Frank Capra del 1939, interpretato da James Stewart nella parte di un onest’uomo nominato al Senato degli Stati Uniti per rimpiazzare un senatore deceduto. Smith è un personaggio naif che gli altri politici cercano di risucchiare nei loro meccanismi corrotti ma che, sorretto dalla sua ingenuità e probità, resiste e alla fine smaschera un torbido affare.
Nella realtà a entrare in scena è stato il quarantenne Paul Ryan, presidente della commissione bilancio della Camera dei rappresentanti americana. Ha il fisico e l’aspetto proprio delle star di Hollywood degli anni ’40, i "buoni" come Gary Cooper e Jimmy Stewart. Il rappresentante del Wisconsin, però, nonostante la giovane età è un politico navigato e non il capo dei Boy Rangers come Mr. Smith. In comune con lui ha una certa dose di idealismo che lo inserisce nella categoria dei politici con una "vision", cui unisce una eccellente preparazione tecnica che lo fa rispettare da amici ed avversari. Orbene, nel bel mezzo della battaglia per i tagli da apportare al bilancio federale nel secondo semestre del 2011, conclusasi venerdì notte - un’ora prima della chiusura del governo per mancanza di fondi - Ryan ha presentato un piano decennale per i conti pubblici, A Path to Prosperity, nel quale ridefinisce i confini tra Stato e privato nell’ottica di una visione liberista. Che il progetto Ryan sia da prendere sul serio lo testimoniano gli attacchi al vetriolo dei commentatori di sinistra, tra cui il sempre sprezzante Paul Krugman che lo ha definito «crudele».
Qual è il succo della proposta Ryan? Invertire il trend di crescita del debito pubblico e diminuire la percentuale che spese pubbliche e tasse hanno sul PIL americano attraverso una rimodulazione del sistema impositivo e tagli, rispetto alle previsioni attuali, di 6.200 miliardi di dollari. Sì, 6.200 miliardi. Il coraggio stile Mr. Smith dimostrato da Ryan consiste nel fatto che vengono attaccate due delle tre vacche sacre dei centri di spesa americani, il Medicare (l’assistenza sanitaria per gli anziani) e il Medicaid (quella per i poveri), non modificando molto la Social Security (le pensioni). Entrambi i programmi sono considerati intoccabili (o quasi) dalla maggioranza dell’opinione pubblica, ma da soli si mangiano più del 7% del PIL e sono in continua crescita, di molto superiore all’inflazione. Invece che consentire una richiesta illimitata di benefici da parte di una popolazione che invecchia, il nuovo Medicare dovrebbe garantire sussidi (maggiori per meno abbienti e persone di scarsa salute) di un valore di circa 15.000 dollari a testa (aggiornati ogni anno al tasso di inflazione) con i quali comprarsi sul mercato polizze assicurative offerte in un contesto di maggiore concorrenza tra le varie compagnie. Il governo federale passerebbe poi ai singoli Stati dell’Unione delle somme con le quali essi dovrebbero amministrarsi localmente il Medicaid, evitando, ancora una volta, il rimborso a piè di lista. Le imposte verrebbero semplificate con una aliquota massima per società e individui del 25%, eliminando però tutta una serie di deduzioni foriere di complicazioni e frodi con un gettito che dovrebbe rimanere invariato. Verrebbero decurtati anche i budget del Pentagono, delle sovvenzioni all’agricoltura e all’energia e dei vari dipartimenti federali.
Naturalmente "La Via verso la Prosperità" non è esente da critiche: non fa abbastanza per ridurre le spese sanitarie in generale, rimanda agli studi effettuati da una commissione bipartisan per affrontare il deficit della Social Security, si basa su previsioni ottimistiche.... D’accordo: tuttavia ha il pregio di sfidare l’impopolarità temporanea in onore ad una scelta di lungo termine basata sul libero mercato e la responsabilità individuale. Magari avessimo "visionari" così anche nel Belpaese, dove invece l’unica somiglianza con Oltreoceano è che al centro della scena c’è un personaggio il cui nome ha 4 lettere , comincia per R e ha una Y. Ma Jack Ryan non è conosciuto come "Rubacuori".