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 2011  aprile 03 Domenica calendario

IL RISORGIMENTO DELLO SPORT. 4 PUNTATA

QUANDO A SCUOLA SI INSEGNAVA IL TIRO A SEGNO -

Allorché nasce il Regno d’Italia, l’organizzazione scolastica è regolata da una legge ereditata dallo stato sabaudo, che il ministro dell’istruzione conte Gabrio Casati ha fatto votare nel 1859. Casati, già podestà di Milano, città in cui cercò di introdurre senza successo il divieto di fumare per strada, disegna la scuola primaria, gli istituti tecnici, la scuola secondaria con ginnasi e licei, l’accesso all’Università come oggi li conosciamo; la sua legge resterà sostanzialmente in vigore fino alla riforma Gentile del 1923. L’obbligo scolastico era limitato alle prime due classi delle elementari; l’educazione fisica era obbligatoria in ogni ordine e grado, ma mancavano, nonostante gli sforzi della Ginnastica Torino, direttive e programmi chiari.
L’aiuto svizzero
Anche stavolta, il soccorso arriva dalla Svizzera. Qui si era rifugiato, dopo essere stato arrestato per la partecipazione ai moti del ’48, Francesco De Sanctis, linguista e letterato irpino (nato nel 1817 a Morra, oggi Morra de Sanctis), che nonostante la sua passione per le belle lettere era stato l’inventore, proprio a Napoli, delle giornate ginnastiche per scuola e famiglia: nelle mattinate di domenica, genitori e allievi del Collegio Militare della Nunziatella erano chiamati a partecipare a sessioni di educazione fisica all’aria aperta. Da Zurigo (come Obermann) De Sanctis si affaccia nella nuova Italia, ed è già ministro della Pubblica istruzione con Cavour. «I ragazzi non possono essere costretti a trascorrere giornate intere rinchiusi nei banchi» , sentenzia, mentre scrive una famosa storia della letteratura italiana. A lui si deve la legge che nel 1878 ripropone, disegnando programmi e indicando percorsi, l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole rimasta lettera morta nelle pieghe della legge Casati. De Sanctis istituisce i corsi per i maestri presso tutte le società ginnastiche esistenti, sotto il coordinamento della Ginnastica Torino, accoglie il principio che la ginnastica debba formare eserciti migliori, e teorizza anche l’estensione dei programmi «alle damigelle» .
I fanti del futuro
Che l’approccio sia soprattutto militare si desume anche dall’ingresso massiccio del tiro a segno nelle scuole. Per volere dei Savoia, in tutto il Regno viene promossa la creazione di poligoni, le società sportive di tiro -le prime 4 sono nate nel 1859 a Empoli, Firenze (tiro a volo) Milano e Modena -forgiano «i fanti del futuro» . E, nei programmi di educazione fisica delle scuole, fin dai primissimi anni, entrano le esercitazioni di tiro, in cortile o al poligono. Poco pagati (500 lire contro le 1400 di un maestro di calligrafia, come racconta Patrizia Ferrara nel suo fondamentale L’Italia in palestra), scarsi di numero e male equipaggiati, gli insegnanti di ginnastica incidono assai poco sui programmi scolastici. Mancano le palestre (non basta requisire gli oratori), non ci sono attrezzi: molti istituti sopprimono la ginnastica. Per fortuna, queste sono cose di 150 anni fa…