Luca Dello Iacovo, Il Sole 24 Ore 11/4/2011, 11 aprile 2011
LE APPS MIGRANO SUL WEB
Il duello delle web apps è solo agli inizi. Google ha lanciato a dicembre Chrome Web Store, un negozio per le applicazioni software accessibili dal web: sono strumenti per il lavoro in ufficio, giochi, social network. Finora quasi 4mila applicazioni hanno raggiunto gli scaffali elettronici: a progettarle sono stati i programmatori informatici di un ecosistema fiorito attorno alle mensole digitali di "Big G". Per gli utenti significa risparmiare tempo e attenzione: possono, per esempio, leggere in una singola pagina i messaggi pubblicati in più social network, come twitter e LinkedIn. Ed evitano in questo modo di accedere nel medesimo momento ad altri software. Come nel caso di TweetDeck: è un software che aggrega le segnalazioni inviate nelle reti sociali online. Gli iscritti, quindi, possono vedere in una singola pagina testi e link che arrivano da Facebook, twitter, LinkedIn, Myspace e altre fonti d’informazione online. È incluso, però, anche tra le applicazioni di Chrome Web Store: chi apre una finestra sul browser può leggere la sua pagina con gli aggiornamenti in tempo reale da TweetDeck senza avere un altro software in funzione.
Le web apps di Google non sono passate inosservate, anche se hanno pochi mesi di vita. Il «New York Times» è il quotidiano più letto su internet con 45 milioni di utenti unici mensili. Nel suo piano di abbonamenti a pagamento per vedere gli articoli ha incluso le applicazioni di Chrome, accanto alla lettura da iPhone, Blackberry e smartphone con sistemi operativi Android. Anzi, i laboratori di "Big G" hanno in cantiere altre idee: per esempio, progettano "apps" in grado di riconoscere la voce e tradurla in testi scritti in tempo reale, con il supporto dello standard html5.
A gennaio anche Apple ha aperto una sua vetrina elettronica per le webapps, il "Mac App Store", a un mese di distanza da Google. Sono ispirate al successo delle applicazioni per iPhone e iPod touch, poi sbarcate sul tablet iPad. Hanno superato la soglia di 350mila. E sono state scaricate 10 miliardi di volte dagli utenti. Con il "Mac App Store", per esempio, è possibile accedere a software per giocare con Angry Bird, un videogame progettato dalla finlandese Rovio, diventato un successo anche su iPad. La porta di ingresso è la piattaforma digitale iTunes, cuore dell’ecosistema dell’azienda di Cupertino. Secondo la società di analisi Distimo sono circa 2.200 le "apps" arrivate finora sulla vetrina digitale. Anzi, dalle rilevazioni sulle cento applicazioni più scaricate emerge che nel negozio di Apple il 39% sono giochi, il 28% strumenti di utilità, il 15% programmi per la produttività, il 5% per l’istruzione e il restante 13% include intrattenimento, notizie, social network. Nel Chrome Web Store, invece, sono le utilities i software ad aggiudicarsi il maggior numero di download (22%), seguiti da produttività (20%) e giochi (13%).
Il terzo sfidante in gara è Mozilla Foundation, anima del browser Firefox, appena arrivato alla quarta versione. Ha raccontato in un video le sue idee. E vuole coinvolgere in un progetto gli sviluppatori software per integrare le "apps" nei siti web. Prevedono un set di Api (interfacce per la programmazione delle applicazioni): abilitano, per esempio, l’installazione di un sito internet all’interno del browser. Inoltre, è in cantiere una "directory of application" gratuita e a pagamento. Si tratta di un’iniziativa di frontiera. Per vincere ha bisogno del supporto della comunità di programmatori informatici: saranno loro a ibridare i siti web con le "apps". Mozilla punta a unire l’esperienza degli utenti attraverso gli schermi di cellulari, notebook, desktop. Prevede, infatti, una sincronizzazione della webapps con gli smarphone e un supporto per widget. Amazon ha debuttato di recente con il suo App Store: la libreria online ha una lunga esperienza nel cloud, la "nuvola" di infrastrutture e software accessibili dal web. È installabile sui cellulari con sistema operativo Android: semplifica, per esempio, l’utilizzo della piattaforma dove archiviare e acquistare musica, aperta per adesso soltanto negli Stati Uniti. E include il Kindle: è il software per leggere ebook, quotidiani e riviste, installato anche su iPad e collegato con gli scaffali elettronici di Amazon per gli acquisti online.