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 2011  aprile 10 Domenica calendario

«CON I CACCIA PER GLI AUSTRIACI HO GUADAGNATO 84 MILIONI»

Ha parlato a lungo Gianfranco Lande lo scorso 8 aprile nel carcere di regina Coeli davanti al pm Luca Tescaroli, agli uomini del nucleo valutario della Finanza. E a modo suo ha spiegato il giro dei soldi e il crac. Ha raccontato di Karla, il fondo creato alle Bahamas per investire i 14 milioni di euro arrivati dall’Emilia Romagna attraverso una fiduciaria irlandese, e chiesti indietro dai Piromalli, come «soldi della famiglia». Poi dei passaggi di denaro tra la Dharma, la Eim e Karla. E soprattutto degli 84 milioni di euro incassati dalla sua Vector aerospace per la fornitura di 14 Eurofighter. Lande ha ammesso che i soldi ottenuti per il commercio di armamenti finivano nelle società Dharma ed Eim, le stesse della mega truffa a cantanti, attori, calciatori e professionisti. Quei soldi, guadagnati per la strana commessa, servivano anche ad assicurare gli interessi degli investitori. E forse viceversa, visto che si discute di un investimento di 4 miliardi di euro. Il Madoff dei Parioli, assistito dal penalista Salvatore Sciullo, ha escluso, invece, davanti al pm che glielo ha chiesto espressamente, di essere iscritto a logge massoniche.
«La Vector aerospace è una società costituita nel 2005, nel quadro di un contatto con il dipartimento militare Eads della Germania - ha spiegato l’indagato al magistrato - C’era stata una fornitura per 18 aerei caccia e altre apparecchiature belliche a favore del ministero della Difesa austriaco per un importo di circa 4 miliardi di euro. Il contratto prevedeva una penale di circa il 5 per cento degli importi oggetto delle transazioni, nel caso in cui Eads non avesse raggiunto un livello di compensazione industriale equivalente. La fornitura è poi stata ridotta a 14 aerei. Le quattro società che controllano Eads, tra le quali Alenia in Italia, avevano necessità di togliere questa partita fuori bilancio, ovvero il rischio del mancato pagamento». Riguardo al contatto, Lande lo ha raccontato così: «Si sono rivolti a me i due rappresentanti dell’Eads, Manfred Wolff, cittadino tedesco, che vive in Spagna, e Claus Bergner, tedesco che vive in Austria. Ho creato questa struttura Vector aerospace. Il contatto è giunto per il tramite dell’ingegner Romagnoli, che faceva parte di Alenia o Fimmeccanica (in realtà Pierluigi Romagnoli era il responsabile export della società Eurofighter e quando Lande ha concluso l’affare era consulente di Eads deutsche Gmbh, n.d.r.). È stato esternalizzato il rischio dal bilancio. La società assumeva l’obbligo di pagare il premio se non si fosse raggiunto il budget. Il grande vantaggio era quello di eliminare ogni attrito fiscale in Gran Bretagna. L’operazione si è conclusa, per quanto riguarda me, il 4 luglio 2008, nel momento in cui si è arrivati a una rescissione del contratto tra Agharti (una delle società lussemburghesi attraverso le quali operava Lande)». Ci sono, poi, i procacciatori: «Per Vector aerospace - ha concluso - sono Walter Schoen e l’altro non lo ricordo». Lande ha spiegato che Agharti, riconducibile a se stesso, è stata consulente di Vector, «società controllata da due società delle British Virgin island». E alla domanda dei pm su quanto abbia percepito per l’attività con Vector, ha detto: «La società ha percepito circa 84 milioni. Agharti ha percepito tra 11 e 12 milioni. Vector ha trasferito somme, a volte su Agharti, altre volte su mia disposizione, su Eim o Dharma. Nel mio computer c’è la documentazione relativa alla Vector aerospace. I soci erano i citati tedeschi. Devo verificare se Romagnoli abbia percepito parte di quegli 84 milioni di euro».
Uno di quelli che l’indagato definisce «procacciatore per Vector» Walter Schoen, è un commerciante di armamenti, titolare di una moltitudine di società, una delle quali ha sede a Londra, Dover Street 31, allo stesso indirizzo della Vector Aerospace. Lande non spiega perché la Vector abbia versato negli ultimi anni circa 7 milioni e 600 mila euro ad una società di Schoen, la Centroconsult Ltd. E perché abbia pagato un milione e 400 mila euro all’anno alla Euro Business Development GMBH di Vienna. Dietro la Euro Business c’è Schoen, a metà con un altro commerciante di armi, Alfred Plattner, a sua volta lobbista della Eads Deutsche. Ma nel corso dell’interrogatorio, al pm Tescaroli che glielo chiede Lande ha dichiarato di non ricordare il nome di Plattern.