Francesco Piccolo, l’Unità 11/3/2011, 11 marzo 2011
CORSIVI
Se davvero una buona parte degli italiani che lo hanno votato in questi anni si è stancata di tutti i problemi giudiziari di Berlusconi; se davvero una buona parte di italiani si rende conto che nei fatti questo governo non riesce a fare più nulla, né di buono né di pessimo; allora sembrerebbe giunto il momento, per l’opposizione, e in special modo per il partito maggiore dell’opposizione, di entrare in una fase nuova, finalmente costruttiva. Sembrerebbe giunto il momento di mettere in piedi un progetto serio di governo, alternativo e chiaro, e proporlo agli italiani in contrapposizione alla confusione. Con pochi punti semplici e visibili a tutti, che segnano la vera differenza con il governo (con il mondo) esistente.
Sembrerebbe giunto il momento di smettere, per il segretario o per la presidente del Pd, per esempio, indicati come possibili candidati premier, di andare in tv a urlare che Berlusconi è finito, a pronunciare con disinvoltura la formula “Ruby rubacuori”, a dire io non l’ho interrotta quindi lei non m’interrompa, a ridere complici delle battute dei comici, a spiegare per la millesima volta perché la telefonata di Berlusconi alla questura di Milano non era nelle funzioni di presidente del consiglio. Per non parlare dei possibili alleati che preferiscono agitare in aula cartelli con scritto “assassino” invece di pensare alla ricostruzione del paese.
Perché succede? Perché la sensazione che comunica la piazza con le centinaia di manifestazioni indignate è di rabbia, di esasperazione. Ed è molto facile assecondare la piazza, mentre è molto difficile costruire un’alternativa seria e pacata. Per assecondare basta urlare, scuotere il capo, scandalizzarsi e interrompere; per aspirare a governare il Paese ci vuole una costruzione di alleanze, un progetto politico, una serie di scelte chiare sull’economia, la cultura e quant’altro, e la ricerca di un leader credibile. Troppo faticoso.