Enrico Franceschini, la Repubblica 11/4/2011, 11 aprile 2011
SONNO, L’ARMA SEGRETA DI CHI DORME POCO
Che cosa accomuna Leonardo da Vinci, Giulio Andreotti, Margaret Thatcher, Benjamin Franklin e Thomas Jefferson? La singolare capacità di dormire poche ore per notte e riuscire lo stesso a funzionare benissimo di giorno. Ovvero la caratteristica di appartenere a un´esigua minoranza di persone, che il resto dell´umanità guarda con compatimento o con invidia, a seconda dei casi. Ma adesso nuovi studi sui "dormi-poco", coloro che sono l´esatto contrario dei dormiglioni, rivelano una scoperta in grado di interessare tutti: all´origine di questo comportamento sembra esserci una variazione genetica. Ci sarebbe insomma un "gene del poco sonno" che consente a chi ne è dotato di sopravvivere tranquillamente con 4 o 5 ore di sonno per notte. Non solo: trapiantato su topi di laboratorio, questo gene misterioso ha avuto rapidamente effetto anche su di loro. I topolini hanno ben presto iniziato a dormire meno del normale, mantenendo tuttavia la abituale energia e vivacità durante la giornata.
Le implicazioni sono evidenti: se fosse possibile trasmettere con l´ingegneria genetica le stesse capacità agli esseri umani, ecco che ci basterebbero meno ore di sonno per andare avanti e avremmo più tempo da dedicare al lavoro, allo studio, allo svago, a quello che ci pare. Magari non tutti sarebbero interessati a diventare uno "short sleeper", un dormi-poco, come viene ufficialmente denominata la categoria dalla comunità scientifica, ritenendo che dormire sia di per sé un´attività non solo necessaria ma pure pienamente soddisfacente. In ogni caso gli studi in tale campo sono appena cominciati, hanno dato i primi riscontri un paio d´anni fa alla University of California e più recentemente alla Pittsburgh University e altrove: passerà del tempo prima che si possa dare per certa l´ipotesi della spiegazione genetica del fenomeno e considerare i metodi per eventualmente trasmettere ad altri il gene in questione.
Il "dormi-poco" non va confuso con chi soffre di insonnia. E i "dormi-poco" autentici sono meno di quelli che credono di esserlo. Secondo Daniel Buysse, psichiatra della Pittsburgh University, su 100 persone che ritengono di appartenere alla categoria soltanto 5 lo sono veramente, ossia sono geneticamente predisposti per dormire poco e funzionare bene ugualmente. Tutti gli altri sono semplicemente costretti a dormire poco e si autoconvincono di farcela, quando in realtà fanno parte del crescente numero di individui che dormono troppo poco e sono affetti da uno stress e un sovraffaticamento costante.
Gli specialisti della materia suddividono la nostra specie in tre gruppi. Nel primo rientrano circa due terzi degli adulti: gente che ha normali bisogni di sonno, funziona al meglio con tra 7 e 9 ore di sonno per notte e riesce a farle (le ore aumentano a 8-12 per i bambini e diminuiscono a 6-7 per gli anziani). Il secondo gruppo riguarda circa un terzo degli adulti: quelli che soffrono di privazione del sonno, dormendo meno di 6-7 ore per notte e perciò a più alto rischio di ammalarsi di una quantità di disturbi, al diabete all´obesità, oltre che a finire per essere sempre stressati e a non lavorare o studiare al meglio delle proprie possibilità. Infine c´è un terzo, piccolissimo gruppo: fra l´1 e il 3 per cento della popolazione adulta. Sono gli "short sleepers", per l´appunto, quelli capaci di dare il massimo con meno di 6 ore di sonno a notte. Quelli che la sera non andrebbero mai a letto, eppure al mattino si alzano prima che suoni la sveglia.
In comune hanno anche altre caratteristiche. Sono ottimisti. Gran lavoratori. Estroversi. Più magri della media (sebbene in generale il dormire poco faccia ingrassare anziché dimagrire). Con una tolleranza del dolore più alta della norma. Con una speciale capacità di reagire agli ostacoli e problemi della vita: gente che, se cade, si rialza subito in piedi e ci riprova da capo, senza disperarsi. Dispongono di una speciale energia psicologica e fisiologica. E oltretutto sembra possibile che questi tratti - dormire poco, funzionare bene, essere ottimisti e tutto il resto - siano ereditari. Gli studiosi di Pittsburgh hanno trovato una madre e una figlia che li condividono. Ed è in queste due "dormi-poco" che hanno individuato la variazione genetica poi trasferita sui topolini di laboratorio.
«Il mio obiettivo a lungo termine è imparare abbastanza da potere un giorno manipolare il ritmo del sonno senza danni per la salute», dice al Wall Street Journal Europe il genetista Ying-Hui Fu dell´University of California di San Francisco, uno dei ricercatori impegnati in questo campo. Ci aspetta un futuro di vite senza sonno per tutti? Chissà. Dormiamoci su.