Fabio Cavalera, Corriere della Sera 11/4/2011, 11 aprile 2011
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA —
Tutti pazzi per Catherine Middleton? Forse per dimenticare i guai quotidiani che l’austerità porta con sé, il Regno Unito si distrae un po’ pensando al matrimonio del secolo, addirittura tifando perché Kate diventi presto regina. La data del fatidico «sì» , il 29 aprile, s’avvicina ed è naturale che la «febbre» mediatica cominci ad alzarsi. Non che i problemi dell’economia malata passino improvvisamente e definitivamente in second’ordine ma, alla ricerca di qualche suggestiva fiaba d’amore per liberare la fantasia e per fuggire dalla realtà dei bilanci familiari in grave sofferenza, i sudditi di sua maestà si stanno lasciando catturare dai sorrisi dei promessi sposi e dai preparativi delle nozze. I due giovani, in verità, preferirebbero starsene tranquilli, al riparo da tanta curiosità, però il dado è tratto, non possono fuggire e nascondersi. Piacciono e subiscono in silenzio l’assalto. Non sono sprovveduti, specie lei Kate, e sanno che, nel bene e nel male, il destino della monarchia è nelle loro mani. Che i Windsor declinino lentamente nel gradimento popolare o che riaccendano consensi e passioni, molto sta nell’immagine che col tempo il secondo erede al trono e la sua futura consorte saranno capaci di offrire. Probabilmente i britannici sognano una nuova Diana, bella, tormentata, repressa e infine ribelle, ma Catherine è molto diversa dalla «principessa del popolo» : non ha sangue blu nelle vene, è una donna della classe media, è determinata e paziente, tanto da vivere per quasi nove anni nel ruolo di fidanzata eterna sopportando le scappatelle e le sbronze di William, incrollabile nella fede che un giorno avrebbe portato all’altare quel ragazzo conosciuto all’università. Il fantasma di Diana esiste ma Kate sta provando ad allontanarlo con uno stile tutto suo, di eleganza e fermezza. Consapevole della posizione che occupa e dei doveri che le sono richiesti, dietro alle apparenze protocollari, Catherine Middleton vuole tenersi vicino il mondo borghese e agiato da cui proviene fatto di piccole cose giornaliere, lo shopping, la palestra, gli interessi personali (l’arte), le amiche. È un «ponte» rassicurante fra la società pigra dei nobili e la società del lavoro, fra l’esclusività e la normalità, fra «The Firm» , Buckingham Palace, e i sudditi. Il fascino se lo sta costruendo e conquistando. Non è detto che l’opera si concluda nel migliore dei modi però la quasi moglie di William sta tentando di frenare l’obliquità e l’invadenza assolutistica dei Windsor. E gli inglesi, ma ancora di più le inglesi, apprezzano. Eccome. Che stia per scoppiare una Kate-mania? Entrare nella psicologia collettiva di un popolo è impresa difficilissima se non impossibile. I sondaggi, pur con la loro fallibilità, aiutano comunque a scrutare gli stati d’animo e quello che ha condotto in settimana la società di ricerca «Panelbase» , pubblicato dal Sunday Times, offre risposte interessanti, persino inaspettate. Una fetta di britannici non indifferente, uno su tre, spera un cuor suo che Elisabetta, ora alla vigilia dell’ottantacinquesimo compleanno, entro due anni vada in pensione e abdichi per aprire la strada al regno di «king William» e «queen Catherine» . I più anziani storcono il naso ma l’esercito delle giovani donne fra i 18 e i 34 anni preme: 78 su cento votano per Kate, regina subito. Il gradimento è altissimo. E la conferma arriva da un’altra risposta: che si ritiri volontariamente o meno, un bel giorno Elisabetta non ci sarà più. Chi le dovrà succedere? Le regole dinastiche suggeriscono che il povero Carlo, abbandonato a bagnomaria per così tanto tempo, possa finalmente varcare i cancelli di Buckingham Palace con la corona in testa. È il primo erede. Invece, i britannici hanno idee diverse: 59 su cento suggeriscono di inventare un modo per tagliare fuori dalla corsa il principe di Galles e la sua duchessa di Cornovaglia. Un vero trionfo per William e soprattutto per Kate, che in omaggio al suo istinto di conservazione e con un occhio agli indici di popolarità, sta intanto meditando sulla formula da pronunciare nell’abbazia di Westminster. La storia dei matrimoni reali e le tradizioni suggeriscono che la sposa sia costretta a dichiarare «amore e obbedienza» allo sposo. Kate pare che desideri sventolare il suo amore e soprassedere sull’obbedienza a William e ai Windsor. Scioglierà il dubbio solo al momento del sì. Ma le scommesse puntano sulla novità. Fabio Cavalera