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 2011  aprile 10 Domenica calendario

Negozi di dischi? E cosa sono? potrebbe rispondere un adolescente foderato di gadget elettronici, abituato all´idea che la musica si trova in Rete (e dove se no?)

Negozi di dischi? E cosa sono? potrebbe rispondere un adolescente foderato di gadget elettronici, abituato all´idea che la musica si trova in Rete (e dove se no?). Il caro vecchio negozio di dischi, quello dove si va a perdere tempo, ad ascoltare, a farsi consigliare, è a rischio estinzione, strangolato dai megastore globali e soprattutto dalla pratica del download. Estinzione sì, ma non del tutto rassegnata. Anzi, tira aria di riscossa, a partire da una clamorosa iniziativa che, iniziata in sordina nel 2008, approda trionfalmente alla quarta edizione, il Record Store Day, programmato per il 16 aprile, con l´appoggio convinto di molte rockstar, alcune delle quali, come i Radiohead, pubblicheranno proprio quel giorno un disco in vinile con due brani inediti da vendere, per l´appunto, nei famosi negozi, quelli che resistono e che oggi rialzano la testa. Certo, può darsi che i Radiohead intervengano perché avvertono un leggero senso di colpa, essendo tra quelli che, proponendo nel 2007 l´acquisizione del loro disco In Rainbows direttamente dal loro sito, contribuirono ad allargare la ferita mortale che il download sta infliggendo ai negozi. Ma la mobilitazione è ampia, uno squillo di tromba in difesa dei territori privilegiati della musica. Del resto chi nella vita ha sperimentato l´atmosfera unica, l´aura di complice condivisione che si può sperimentare in un negozio di dischi ben organizzato, sa quale perdita possa essere per la qualità della musica, come è magistralmente raccontato nel romanzo Alta fedeltà di Nick Hornby. A celebrarne la saga arriva anche un libro, scritto da un infaticabile ed entusiasta distributore di dischi inglese, Graham Jones, uno di quelli che coi negozi ha convissuto per tutta la vita e che ora ha deciso di raccontarne la storia, gli aneddoti, gli eroismi, un diario di viaggio che si intitola Il 33° giro. Gloria e resistenza dei negozi di dischi. E di gloria si tratta. Il libro racconta di un drappello di sopravvissuti ben intenzionati a vendere cara la pelle, perfino ottimisti sul futuro, piccoli eroi del territorio, amorosi, competenti, empatici col pubblico degli acquirenti, in grado di capire subito se un tipo che chiede Jammy Rocker in realtà vorrebbe dire Jamiroquai, oppure cercando un disco di canti gregoriani chiede un disco di Greg Orian. O l´attempata cliente che in cerca di una compilation chiede una "copulation", oppure quello che con altera sicurezza pretende un disco di Dj Ango (per Django Reinhardt). Emerge dai racconti uno straordinario spaccato delle bizzarrie umane, visto che per definizione il negozio di dischi attira una clientela di maniaci, curiosi, o semplicemente perditempo. A Bath, racconta Jones, c´è un negozio di nome Duck, Son & Pinker aperto dal 1848, come negozio di strumenti musicali, perché i dischi all´epoca ancora non c´erano. Tra i clienti più devoti vanta una signora che compra solo dischi che hanno volatili in copertina. Ci sono clienti che puzzano (seconda l´esperienza di Jones in media ogni negozio ne aveva uno) e altre stramberie come il tipo che comprava le cose sempre in numero di sette (fossero puntine da giradischi, pulisci-cassette o altro). Ogni storia è di fatto la storia di una passione commerciale, dei trucchi escogitati per incrementare le vendite, per combattere la crisi con ingegno e creatività. In un negozio di Trowbridge, Sound interesting, il proprietario ha messo fuori un cartello con la scritta «Siamo specializzati in: scommetto che non ce l´avete» sfidando la tenacia dei cercatori più accaniti. Ci sono negozi semplicemente belli, come quello di stile new age a Glastonbury, ce ne sono in Cornovaglia, nel Surrey, nel Sussex. Uno dei più famosi, l´Afdrian recods di Wickford, cominciò come un negozio che vendeva lana e dischi allo stesso tempo, per poi dividersi in due per l´assoluta incompatibilità tra i diversi acquirenti. Insomma un divertente affresco che racconta la storia parallela alle vicende della musica, quella dei luoghi dove per decenni la musica è stata venduta. Spesso con incroci esilaranti. Ovviamente può capitare che tra i clienti ci siano anche gli stessi musicisti. Van Morrison appare spesso nel libro, un frequentatore di negozi particolarmente burbero. Al suo apparire il commesso trema. Chiede cose difficili, si arrabbia se uno non capisce e se un malcapitato si azzarda a lanciare un consiglio rischia seriamente la sua incolumità. Uno degli aneddoti più divertenti riguarda i Clash. Il proprietario di Selectadisc, un bel negozio di Nottingham, si accorse che nel vicino pub c´era Joe Strummer. Gli parlò e gli confessò di essere rimasto male per il fatto che i Clash non avevano partecipato alla mobilitazione dei musicisti inglesi in favore dei minatori in sciopero. Strummer rispose che avrebbero fatto un concerto nel suo negozio. E così fu, i Clash suonarono in piedi sui banconi di Selectadisc, e la situazione era talmente assurda che un ragazzo andò da Strummer per congratularsi per come avevano eseguito bene le cover dei Clash, proponendo di ingaggiarli per la festa da ballo del college. Dove poteva accadere tutto questo, se non in un negozio di dischi?