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 2011  aprile 09 Sabato calendario

AIR CASTA

Per sapere quanto sono costati, nel 2010, i voli di Stato, bisogna andarsi a cercare la risposta che il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, diede all’interrogazione presentata dalla deputata radicale Elisabetta Zampa-rutti nel marzo dell’anno scorso. All’epoca l’esponente di governo affermò che erano stati stanziati 36,8 milioni di euro, andando a chiarire che si trattava di “un’anticipazione delle presunte risorse finanziarie occorrenti al settore, che solitamente sono definite in sede di assestamento di bilancio in una fase più avanzata della gestione”. Tanto basta per capire che dal 2009 al 2010, il governo ha nuovamente riaperto le strade dei cieli ai propri membri. Da un governo all’altro, infatti, la bolletta dei voli blu è passata da 28 milioni spesi a 36,8 solo “stanziati”.

È questo l’ultimo dato “ufficiale” fornito su una materia che da sempre l’esecutivo ritiene debba ammantarsi di segretezza.

GIÀ LA DICITURA “Ufficio per i voli di Stato, di Governo e umanitari”, che è la struttura della Presidenza del Consiglio che si occupa del trasporto aereo delle istituzioni mette in capo ad un unico organismo materie che non paiono dover essere conteggiate assieme: i voli umanitari o di soccorso (ponti aerei, recupero di salme e varie), e quelli di governanti e alte cariche dello Stato.

Dal 2001 la Casta air lines imbarca ad esempio anche gli ex presidenti della Repubblica, che si sommano ai presidenti di Camera e Senato, al presidente della Corte Costituzionale, al premier, ai ministri e sottosegretari ma solo se sussistano “comprovate ed inderogabili esigenze di trasferimento connesse all’efficace esercizio delle funzioni istituzionali”. Ecco, sono proprio le “funzioni istituzionali” a dover fare da discrimine tra il pubblico interesse e il peculato.

NON CHE SI ABBIA però memoria di un ministro, trovato su un volo di Stato senza averne un valido motivo istituzionale, che sia poi stato giudicato colpevole del peculato. Da Remo Gasperi, a Francesco Rutelli, da Clemente Mastella e famiglia al duo Silvio Berlusconi-Mariano Apicella, tutti hanno passato indenne la verifica dei magistrati. Di legge in legge, infatti, si trova sempre il cavillo giusto. Ad esempio è sempre il ministro Elio Vito a informarci (questa volta in risposta a un’interrogazione di Antonio Di Pietro del luglio 2009) che il trasporto di Stato possa essere disposto per “ragioni di sicurezza”.

QUESTA evenienza pare risulti “particolarmente pregnante nel caso di trasferimenti del capo del Governo, del ministro dell’Interno e della Giustizia o di altre personalità, specificatamente indicate dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Insomma, l’ombrello già aperto con l’ultima direttiva Berlusconi del 2008 può ancora essere allargato sul modello di quello che si fa per le scorte. C’è di più, perchè, dopo i fatti di villa Certosa e le foto di Zappadu all’aeroporto di Olbia con il codazzo di starlette che scendevano dall’aereo di Stato (è di quel periodo l’interrogazione di Di Pietro), si è deciso di classificare l’effettuazione e la conclusione dei viaggi come “segreta”.

COSÌ, DOPO il brusco stop voluto da Prodi a seguito dello scoop dell’Espresso che aveva ripreso Rutelli e Mastella in procinto di volare a Monza per il Gran Premio di Formula Uno, la Berlusconi air lines ha ripreso quota. Si speri non raggiunga le vette degli anni passati. La bolletta aerea segnala infatti: 23 milioni nel 2002, 41 nel 2003, 52 nel 2004, 65.3 nel 2005, 43 nel 2006, 35 nel 2007, circa 40 nel 2008 (nei primi mesi, vigente la direttiva Prodi, i voli erano stati rarissimi per poi aumentare dall’estate). E pensare che i ministri viaggiano gratis su treni e voli di linea.