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 2011  aprile 09 Sabato calendario

IL DOPPIO INCARICO SVUOTA L’AULA

Si è assistito più volte, nel corso di una settimana parlamentare tormentata (beninteso, per “settimana parlamentare” s’intendono tre giornate piene), a un balletto senza precedenti in tema di ministri presenti in aula.

Solitamente i parlamentari di opposizione si lamentano per questa o quell’assenza ministeriale; si dolgono qualora un ministro sia rappresentato da un sottosegretario (usanza molto cara a Giulio Tremonti); elevano alti lai se il banco del governo appare sguarnito; ironizzano sul fatto che a rispondere a qualche atto ispettivo non si presenti il ministro competente, bensì un collega cireneo.

Stavolta, invece, la presenza corposa e palpabile dei ministri deputati (non trovando posto nei banchi riservati, alcuni di loro sono andati a sedersi sugli scranni dei deputati semplici) è stata oggetto di sbeffeggiamenti, di ironie, di sarcasmi, che hanno colpito in particolare il responsabile della Farnesina.

Si è arrivati al punto che Franco Frattini ha dovuto emettere un inusitato comunicato per giustificare la propria presenza in aula a votare, come deputato.

Che i ministri dovessero far numero, era scontato: qualora fossero rimasti in ufficio, oppure fossero stati in giro per l’Italia per motivi istituzionali, o se ne fossero andati all’estero per qualche missione formale, la maggioranza avrebbe corso seri rischi.

La vicenda merita una riflessione, anche perché si collega con il sempre annunciato e finora mai attuato ampliamento della compagine governativa, a pro dei «responsabili».

Silvio Berlusconi ha più volte annunciato di aver bisogno di un numero molto più alto di sottosegretari, che siano presenti alle sedute delle commissioni e di aula, siccome loro obbligo costituzionale.

Naturalmente si tratta di un mero pretesto, cui non un elettore dà credito, che cela l’ovvia necessità di creare poltrone per compensare i parlamentari arrivati a dar man forte al centro-destra dopo la scissione finiana.

Tuttavia sarebbe facile ribattere che basterebbe affidare gli incarichi di sottosegretario a personaggi estranei al Parlamento, i quali avrebbero così su di sé esclusivamente i compiti di governo e non quelli di parlamentari.

Sarebbe stato altresì opportuno che fin dalla costituzione del governo il Cav avesse posto l’incompatibilità fra i due incarichi.

Se ne fece cenno, in verità, ma l’unico disponibile a rinunciare alla carica parlamentare era stato Frattini, il quale ci ripensò presto, per non rimanere l’unico a rimetterci.

Meno parlamentari siedono nel governo, migliore è la vita di governo, Camera e Senato e più tranquilla sta la maggioranza.