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 2011  aprile 07 Giovedì calendario

IL FATTO DI IERI - 7 APRILE 1944

La mattanza iniziò all’alba. Di quel venerdì di passione, 7 aprile ’44, vigilia di una Pasqua di sangue nelle valli fiorite dell’Appennino ligure. L’ordine di attuare la grande “bonifica antipartigiana” nell’entroterra tra Genova e Alessandria, era partito da Sìegfried Engel, crudele comandante delle SS di Genova, appoggiato dai bersaglieri repubblichini. “Operazione primavera” contro i ragazzi delle Brigate Garibaldi e Alessandria, partigiani e renitenti all’obbligo di leva nell’esercito fascista di Salò, sancito dal Bando Graziani, pronti a combattere contro i tedeschi in una zona chiave per i nazifascisti, nel caso di uno sbarco alleato sulla costa ligure. Male armati e inesperti, i ragazzi, tutti attorno ai 20 anni, si rifugiano in un vecchio monastero distrutto. Ed è l’inizio della “strage della Benedicta”, un eccidio in cui verranno fucilati 147 partigiani. Altri, fatti prigionieri, saranno giustiziati un mese dopo al Passo del Turchino, mentre, dei 400 rastrellati tra le campagne, 200 finiranno a Mathausen, senza ritorno. Quanto a Engel, il “Boia di Genova”,condannato all’ergastolo in contumacia nel ’99 e mai estradato dalla Germania, morirà tranquillo, nella sua casa di Amburgo, a 97 anni.