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 2011  aprile 07 Giovedì calendario

CHI VIGILA SUL DOPING?


Ieri è stata insediata la commissione per la vigilanza sul doping. Di che cosa si deve occupare?

Si tratta di un organo di nomina governativa, voluto dal ministero della Sanità e dal sottosegretariato allo Sport, che deve indagare sull’uso di sostanze dopanti tra gli sportivi amatoriali. Dovrà concludere i lavori entro il 12 luglio dell’anno prossimo e presentare una relazione. Ne fanno parte 14 tecnici del settore e la presidenza è del direttore generale per la ricerca scientifica del ministero della Sanità.

Non deve controllare anche gli atleti professionisti?

Non esattamente. Gli atleti che praticano sport a livello professionistico e di vertice sono già tutti regolarmente controllati dalle rispettive federazioni del Coni che ogni anno, già ora, praticano 13 mila controlli.

Quanti sono gli sportivi in Italia?

Occorre distinguere. Quelli iscritti alle federazioni sono quasi 4 milioni, ma a praticare regolarmente un’attività sportiva a livello amatoriale o semplicemente come sana norma di vita, è il 28 per cento della popolazione e, quindi, circa 8 milioni di italiani.

La commissione si deve occupare anche di chi va in palestra?

Di tutta l’attività amatoriale, compresa anche la fitness e le attività tipiche della palestra. Ma dovrà avere un occhio di particolare attenzione per quegli sport in cui il doping è particolarmente diffuso, come - per esempio - il ciclismo amatoriale.

Che cos’è, tecnicamente, il doping?

E’ l’assunzione di sostanze chimiche, motivata dal desiderio di migliorare le proprie prestazioni sportive in maniera artificiosa. Va ricordato che, in Italia, il doping è reato sempre (legge 476 del 2000) e, se viene riscontrato su atleti professionisti, questi vengono immediatamente espulsi dalle rispettive federazioni.

Quali sono le sostanze più pericolose?

Ci sono due grandi famiglie di prodotti che vengono assunti per migliorare le prestazioni sportive: gli integratori medicali e quelli alimentari. I primi sono quelli più pericolosi, ma anche i secondi hanno forti controindicazioni.

Quali sono i prodotti medicali più diffusi?

Gli steroidi anabolizzanti, che vengono assunti per diminuire la massa grassa e aumentare quella muscolare, e poi l’Epo, che stimola la produzione di globuli rossi e serve ad ossigenare maggiormente il sangue. Ci sono, quindi, gli stimolanti (tra cui anche la cocaina) che non fanno sentire la stanchezza, i betabloccanti, gli ormoni, eccetera.

Si tratta di sostanze sempre pericolose?

Queste sostanze sono farmaci e, quindi, se assunte nelle dosi e nelle modalità giuste, servono per curare determinate patologie. Ma al di fuori di questo uso - come nel caso del doping - sono sempre molto pericolose. Per esempio gli anabolizzanti compromettono seriamente le funzione epatiche e renali, danno dipendenza psicologica e generano spesso aggressività in chi li assume. L’Epo aumenta enormemente il rischio di trombosi. Gli ormoni incidono sulla crescita e sulle facoltà sessuali.

Gli integratori alimentari sono meno nocivi, invece?

No, sono nocivi lo stesso. Intanto perché è dimostrato che sono propedeutici all’uso dei prodotti medicali (chi comincia con gli integratori poi passa al resto) e poi possono essere molto dannosi per fegato e reni, se assunti nelle quantità e secondo modalità sbagliate. Il consiglio dei tecnici è che una sana ed equilibrata alimentazione non richiede l’intervento di alcun integratore. Da un punto di vista sportivo, poi, è dimostrato che sono totalmente inefficaci.

Se le sostanze dopanti sono proibite, perché si trovano in commercio?

Proibite non sono le sostanze - sia quelle alimentari, sia quelle medicali - ma l’uso che se ne fa. Uno stimolante o un fluidificante, così come un integratore, possono essere utili, ma per specifiche terapie. Mai, invece, per gli usi dopanti che se ne fanno nelle palestre. E comunque, queste sostanze nelle farmacie si vendono su prescrizione medica. Il problema di cui la commissione doping si deve occupare è, quindi, il mercato clandestino: le false ricette, i circuiti in nero e soprattutto - Internet.

E’ vero che alcuni di questi prodotti si trovano in vendita anche nelle palestre?

Difficilmente in maniera esplicita, qualche volta sottobanco. Per questo il sottosegretario allo Sport, Rocco Crimi, sta pensando all’istituzione di un ispettore anti-doping che possa monitorare anche le palestre e i centri sportivi.