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 2011  aprile 07 Giovedì calendario

BERLINO E L’INCUBO DEI SALVATAGGI ETERNI

DI JOHN WHITTAKER*
I prestiti di grande scala all´Irlanda saranno necessari per un periodo di tempo non breve, sia che li eroghi l´Efsf, o il più recente Esm o le banche centrali del sistema dell´euro. Se da una parte la Bce preferirebbe che fossero i governi dell´eurozona a elargirli tramite i fondi creati per i salvataggi, dall´altra la Germania e altri Paesi si sono mostrati reticenti quando si è trattato di trovare un accordo sulle garanzie da fornire. E ciò non ha rafforzato la fiducia.
Eppure, per quanto i tedeschi temano di restare intrappolati in un sostegno permanente ai Paesi in crisi, l´ironia è che essi stanno già facendosi carico dei "salvataggi" con rischi analoghi, seppure indirettamente tramite il sistema dell´euro. Nel caso irlandese, il "salvataggio" supera per entità quello dell´Efsf – 146 miliardi invece di 67 miliardi – ed è molto più a buon mercato – costa l´1% invece del 5,8. Spingere Irlanda e Grecia a dipendere dai salvataggi ufficiali tipo Efsf può solo peggiorare le loro finanze e aumentare le probabilità di bancarotta.
I prestiti del sistema dell´euro all´Irlanda sono vulnerabili tanto quanto quelli dell´Efsf: entrambi dipendono dal merito di credito dell´Irlanda. Anche così, la Germania, che è stata chiara sul fatto che non sottoscrive volentieri l´Efsf, non ha manifestato altrettante preoccupazioni riguardo alla vasta esposizione all´Irlanda e ad altri Paesi che ha tramite il sistema dell´euro.
La consistente espansione del debito dell´Irlanda verso le banche centrali dell´eurozona – 146,1 miliardi – è conseguenza della fuga dei depositi dalle banche irlandesi, del fatto che il Paese non è riuscito a rifinanziare il debito arrivato a scadenza e del suo accesso limitato al mercato interbancario, conseguenti a loro volta ai dubbi sulla solvibilità del sistema bancario irlandese
Come si ridimensionerà questo straordinario sostegno all´Irlanda? Intanto scenderà con la entrata in possesso da parte dell´Agenzia per la Gestione degli attivi di asset esteri prima di proprietà delle banche. Non ci si può aspettare però che questa fonte risollevi la situazione nell´immediato. Poi scenderà grazie a una nuova tornata di iniezioni di capitale nelle sofferenti banche a mano a mano che le risorse di Ue e Fmi andranno a sostituire quelle del sistema dell´euro. Tuttavia, anche se i 24 miliardi di ricapitalizzazione prevista provenissero tutti da fonti estere, si tratterebbe solo di una piccola parte dei complessivi 146 miliardi di debito tra l´Irlanda e il sistema dell´euro.
Si è parlato di sostituire la Ela con un meccanismo che fornisca "liquidità" più a lungo termine, ma la Bce in questo caso dovrebbe richiedere un tasso più alto dell´1% pagato al sistema dell´euro, oltre che porre delle condizioni, dato che ciò rappresenterebbe un altro precedente difficile da azzerare, come l´acquisto di obbligazioni degli Stati. Non sorprende dunque che su questo punto non sia stato ancora trovato un accordo.
Se le banche irlandesi devono restare a galla, la Bci dovrà continuare a finanziarle per ovviare i requisiti della Bce. Anche altre banche centrali però stanno fornendo prestiti alla Bci ed è improbabile che questa dinamica si concluda entro breve. L´aumento dei tassi ufficiali da parte della Bce, rendendo questi "salvataggi" simili a quelli dell´Efsf, avvicinerà il momento nel quale il debito irlandese, greco e portoghese dovrà essere "ristrutturato", al di là degli sforzi fatti per imporre loro un´austerità più severa.

*Economista presso la Lancaster University.
Traduzione di Guiomar Parada