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 2011  aprile 07 Giovedì calendario

IL GOLF IN GIACCA VERDE ASPETTANDO IL NUOVO WOODS

Al numero 2604 di Washington Road, ad Augusta, in Georgia, c’è uno dei golf club più esclusivi del mondo. Non esiste una procedura per affiliarsi, perché non c’è modo di farlo. I nuovi soci entrano solo se invitati e nessuno ha mai rifiutato l’invito, anche se deve costare una fortuna in quote di iscrizione. Non sono ammesse le donne e, nonostante le accuse di misoginia, i dirigenti non cedono: persino tra i giovani esploratori - spiegano ci sono i boy e le girl scout, nei conventi le suore sono separate dai frati e in casa propria ognuno decide le regole che vuole. Per restare soci le qualità etiche importano più di quelle del proprio gioco. L’anno scorso, quando Tiger Woods si ripresentò in pubblico proprio all’Augusta Masters, il presidente Billy Payne gli inflisse un pubblico sermone per lo scandalo sessuale di cui era stato protagonista, che aveva «sconcertato tutti» e non era all’altezza del «guida morale» che ogni golfista dovrebbe esercitare.

Tra i soci di Augusta ci sono Bill Gates e Warren Buffett, due degli uomini più ricchi del mondo, ma non vengono trattati diversamente da tutti gli altri. Quando nel 1956 un altro socio famoso, Dwight D. Eisenhower, propose di abbattere un albero sul fairway della 17 perché la sua pallina ci finiva sempre contro, il presidente del club Clifford Roberts aggiornò la seduta per non contraddire il Presidente degli Stati Uniti, ma l’albero è ancora al suo posto.

Fu proprio Roberts, che aveva fondato il club nel 1933 insieme con il leggendario Bobby Jones, ad avere l’idea della giacca verde. Voleva porre un freno alla competizione che si era instaurata tra i soci nel modo di vestire: le stravaganze stavano diventando indegne del circolo e una bella uniforme uguale per tutti era la soluzione migliore. Quella giacca, che viene data in premio ogni anno al vincitore del Masters, è diventata il trofeo più ambito del golf, oltre ovviamente all’assegno che l’accompagna.

Augusta ha visto calpestare i suoi fairways dai più grandi giocatori del mondo. Le sue buche portano il nome dei fiori e delle piante che le adornano, ma i ponti sui ruscelli, gli alberi e i laghetti sono dedicati ai campioni che hanno costruito la leggenda del Masters. Due di loro, Arnold Palmer e Jack Nicklaus, alle 7,40 di questa mattina eseguiranno un simbolico tee di partenza della 75ª edizione del torneo. Dopo anni di dominio americano, sembra cominciata la stagione degli europei: sono più giovani e stanno giocando meglio. Il tedesco Martin Kaymer, 26 anni, è da sei settimane il numero uno al mondo, gli inglesi Lee Westwood e Luke Donald sono secondo e quarto. I fratelli Edoardo e Francesco Molinari, del Circolo Golf Torino, sono in grado di sorprendere tutti dopo la buona prestazione dell’anno scorso.

Kaymer al Masters è stato sempre eliminato dopo le prime due giornate di gara, ma pensa di avere trovato la soluzione: poiché la maggior parte delle buche gira a sinistra, si è allenato a lungo nel draw, il colpo che fa girare la pallina da destra a sinistra alla fine del suo volo. Ma ad Augusta non si sa davvero mai come va a finire. Molti sogni di vittoria si sono infranti nell’Amen Corner, il tratto di percorso che comprende le buche 11, 12 e 13 attraversato dal Rae’s Creek, le cui acque ingoiano sempre la pallina di chi crede di avercela già fatta.

Tiger Woods si è preparato al Masters con grande impegno. Quello di Augusta è il campo che preferisce, lo ha dominato per quattro volte. Ma Tiger non vince una gara da 18 mesi a causa dei figli lontani, del costo del divorzio e dei demoni che gli tengono occupata la mente. Sarà difficile risalire la china, e non solo per i problemi personali. Dieci anni fa soltanto lui e John Daly tiravano il driver in media oltre i 270 metri. Ora lo fanno altri 65 professionisti nel mondo, molti hanno la metà dei suoi anni e tutti vogliono la giacca verde di Augusta.