Claudio Fabretti, Leggo 7/4/2011, 7 aprile 2011
FABBRICHE DI OCCHI
ROMA - Riacquistare la vista con un occhio generato in provetta. Un risultato che un giorno sarà possibile, se i test sperimentati in Giappone andranno a buon fine. Non proprio le fabbriche di occhi per i replicanti immaginate nel film Blade Runner, ma quasi. Nell’istituto Riken di Kobe, infatti, è stato concepito il primo occhio in provetta: è di topo ed è nato da cellule staminali che si sono organizzate spontaneamente, una volta immerse in un cocktail di sostanze che le nutrono, favorendone la crescita. Alla rivoluzionaria sperimentazione dedica la copertina Nature, teorizzando scenari degni dello storico film di fantascienza di Ridely Scott. Trapianti di retina, anzitutto. Anche se serviranno anni di lavoro per mettere a punto la ricerca sulla coltivazione delle staminali in questo campo.
Ricorrendo alle cellule prelevate da un embrione di topo, l’équipe di biologi dello sviluppo, bioingegneri e biochimici guidata da Yoshiki Sasai ha formato una struttura tridimensionale chiamata «calice ottico», dalla quale si sviluppa la retina. A differenza di analoghi esperimenti su organi come polmoni e cuore, non sono state utilizzate «impalcature» biocompatibili per ottenere il risultato tridimensionale. Inoltre, l’organo è stato creato autonomamente dalle stesse staminali, come se fossero guidate da un «ordine intrinseco».
Una struttura complessa e in parte ancora da decifrare: «È tuttora poco chiaro - scrivono - come singole parti, localizzate, possano coordinarsi fra loro fino a costruire un intero organo». Ma per la medicina rigenerativa si aprono ora «nuove strade per il trapianto di tessuti della retina ottenuti artificialmente, invece del semplice trapianto di cellule».
Ai sogni degli androidi di Philip K. Dick (l’autore del romanzo di Blade Runner), insomma, potrebbero presto sostituirsi i sogni reali degli uomini, in cerca di nuovi occhi per vedere.