Carla Massi, Il Messaggero 6/4/2011, 6 aprile 2011
SEMPRE PIÙ ADOLESCENTI IN COMA È ALLARME ALCOL TRA 11 E 15 ANNI
ROMA - Ha visto la morte in faccia la quindicenne che sabato notte è finita in coma etilico dopo una serata superalcolica nel cuore di Roma, vicino Campo de’ Fiori. A Bergamo, venti giorni fa durante una festa in piazza, si è accasciata a terra priva di coscienza un’altra ragazzina gonfia di birra. Un bicchiere di vodka gelata, a Bressanone, è bastato a far arrivare in ospedale una tredicenne rimasta per 48 ore in rianimazione. Storie tutte uguali, drammaticamente fotocopiate che si ripetono, puntualmente, ogni fine settimana. La vita dei pronto soccorso ci rimanda una infantile confidenza con l’alcol. E i numeri confermano.
L’Istat, come ogni anno, presenta il quadro dei consumi e delle tendenze. Ogni anno, oltretutto, si abbassa l’età del primo incontro con l’alcol. Soprattutto fuori pasto come, ormai, piace fare anche agli adulti. Al bar, seduti ai banconi. Il faro va puntato sulla fascia di quelli che hanno tra gli 11 e i 15 anni: una buona fetta di loro bevono oltre cinque bicchieri a settimana lontano dal pranzo e dalla cena. Muovendosi senza timori tra i nove milioni di italiani che hanno comportamenti a rischio nel consumo di vino, birra e superalcolici. Nove milioni vogliono dire circa il 16% della popolazione.
Ma, mentre gli adulti hanno messo un freno (il 65% della popolazione ha consumato almeno una bevanda alcolica durante il 2010 contro il 68% del 2009) gli adolescenti sono sempre più fascinati dallo sballo in bottiglia. Le intossicazioni dei minori di 14 anni rappresentano il 14,4% mentre nei giovani tra i 15 e i 35 il 25,4%. «Ora i giovani si radunano nel bar sotto casa ma anche vicino a scuola nel pomeriggio e poi proseguono con birra e altro fino a tardi ala sera - racconta Emanuale Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità -. Sono sempre più numerosi. Per giunta, ignoranti degli effetti dell’alcol. Non sanno che se si abusa in maniera continuativa per settimane il suo ippocampo, l’area cerebrale deputata alla memoria e all’orientamento spaziale, si ridurrà del 10-20%».
Non sanno e, forse proprio per questo, continuano ad inventare giochi pericolosi. Per la mente e per il corpo. L’ultimo mischia l’abbandono all’alcol con la punitiva anoressia. Si chiama “drunkoressia”, una moda americana che velocemente si sta diffondendo, come un virus, anche qui da noi. E’ stata costruita, da una mente diabolica, per essere adottata proprio dalle giovanissime, come denuncia Codici un’associazione di tutela dei consumatori. Il mix è dei più intriganti per menti deboli: si digiuna per uno o due giorni e poi si mandano giù bicchieri su bicchieri senza temere che le calorie alcoliche facciano aumentare di peso. Questo significa che bevono a stomaco vuoto, che si sballano con la mancanza di cibo e con l’overdose di alcol. «Negli Stati uniti - denuncia Codici - una ragazza su tre è pronta a ridurre drasticamente le porzioni nel piatto pur di poter bere liberamente la sera e avere un fisico asciutto». Ma non certo sano. «Arrivano ad uno stato tale di sballo - aggiunge Scafato - che non si rendono conto di quanto stanno male. A volte neppure gli amici si rendono conto, durante una festa o anche per strada in piazza, se c’è una depressione respiratoria, se si è vicino al coma». Chi produce alcolici mette le mani avanti e offre un’altra lettura: negli ultimi trenta anni, secondo la Coldiretti, il consumo di vino è sceso di 40 litri a persona. Sì, è vero ma aumenta che beve aperitivi e amari. Anche nel pomeriggio, tra una versione di greco e un compito di matematica.
Carla Massi