Valentina Errante, Il Messaggero 6/4/2011, 6 aprile 2011
CASO EGP, UNA PISTA AUSTRIACA CONFERMA LEGAMI CON LA MALA
ROMA - C’è una pista che porta in Austria, quella di una società alla quale Gianfranco Lande versava, senza apparente motivo, 600 mila euro all’anno. E poi ci sono i beni della ”gang” sfuggiti ai sequestri, come un conto al Crèdite agricole di Ginevra e uno in Messico. E ancora una casa a Parigi, a Pereire, e una a Sharm El Sheik al Coral bay. Perché il patrimonio degli indagati, congelato con il decreto del gip Simonetta D’Alessando, è solo una piccola parte delle fortune dei broker finiti in manette. E questo gli inquirenti lo sanno. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e i pm Luca Tescaroli hanno già avviato rogatorie per sequestrare i beni Oltralpe, come la casa a Londra che Lande, nel corso dell’interrogatorio, ha dichiarato di possedere nel quartiere Mayfair. Ma adesso, insieme agli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza, guidati dal generale Leandro Cuzzocrea, seguono la pista dei soldi e lavorano per individuare possibili prestanome. C’è un arcipelago di società all’estero da monitorare. E c’è soprattutto una società austriaca alla quale, ogni anno, la Egp versava centinaia di migliaia di euro. Passaggi di denaro apparentemente immotivati sui quali la Finanza cerca di fare chiarezza. Per stabilire chi incassasse i soldi o se quei versamenti servissero proprio farli sparire. Perché quella società appare proprio come una scatola vuota.
E mentre il Tribunale del Riesame ha respinto l’istanza presentata dall’avvocato Riccardo Olivo, confermando il carcere per Roberto Torreggiani, dalle liste dei clienti emergono altri nomi ”noti”. Come quello di Anna Blefari Melazzi, ex ambasciatrice in Polonia e cugina di Diana, la br morta suicida in carcere un anno e mezzo fa. Un investimento di oltre un milione di euro. Poi Arturo Bianco, il fratello dell’ex ministro e sindaco di Catania Enzo, che con Lande aveva investito 87.169 euro. E ancora, la documentarista Chantal Personè, i calciatori Stefano Di Fiordo e Carlo Taldo, l’ex calciatore Andrea Pazzagli.
Intanto la procura ha diffuso un comunicato stampa, precisando che nessuna delle vittime della ”stangata” messa a segno da Gianfranco Lande, Roberto Torreggiani, Raffaella e Andrea Raspi e Gianpiero Castellacci de Villanova è accusato di riciclaggio o evasione fiscale. «È doveroso chiarire - si legge in una nota - a prescindere da ogni necessaria verifica sulla genuinità e veridicità delle liste di clienti pubblicate su alcuni quotiani, che la presenza di un nominativo in tali liste non autorizza in alcun modo a ipotizzare la commissione o il coinvolgimento in reati fiscali o di riciclaggio». Ad essere diffusa perché depositata dalla procura in occasione del ricorso degli indagati al Riesame, è la lista dei 730 clienti di Lande che hanno aderito allo scudo fiscale. Ma in mano agli inquirenti c’è un altro elenco: 500 persone che non avevano ”scudato” gli investimenti.
Intanto Gustavo delli Paoli Carini, che ieri sul Messaggero ha raccontato come Lande gestisse il denaro e gli interessi dei clienti, precisa di non avere mai lavorato per il Madoff dei Parioli, ma di essere stato soltanto un consulente esterno.
Valentina Errante