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 2011  aprile 06 Mercoledì calendario

DAI POZZI AI PANNELLI. IL NUOVO RICATTO SAUDITA


Siamo lontani (fortunatamente) dai record dell’estate del 2008 quando un barile di petrolio passava di mano ad oltre 143 dollari. Però la quota psicologica dei 100 dollari è da tempo superata e oggi si veleggia intorno ai 108 dollari al barile. Certo la crisi libica ha accelerato la corsa e neppure gli annunci di ieri che i Ribelli stiano per riprendere le vendite di greggio. Poco più di un segnale visto che i pozzi di Tobruk, in mano alle forze che contestano il regime di Gheddafi, hanno una portata giornaliera dai 100 mila ai 130 mila barili al giorno. Resta il fatto che proprio ieri la petroliera del Qatar Equator (sotto bandiera liberiana) ha attraccato nel porto orientale di Marsa el Hariga, vicino Tobruk: il Qatar, che ha riconosciuto il Consiglio rivoluzionario di Bengasi come governo legittimo della Libia, ha acconsentito a commercializzare il petrolio che arriva dai campi petroliferi orientali, non più sotto il controllo di Gheddafi. Un segnale e poco più, visto che la Equator ha una capacità di carico di un milione di barile, quantità certo non sufficiente a invertirei prezzi sui mercati internazionali. Ma comunque la ripresa delle esportazioni oltre a dare respiro finanziario agli insorti sta a dimostrare che la situazione nel Paese maggior produttore del Mediterraneo, seppur complessa, è ancora sotto controllo. Resta il fatto che i picchi sulle piazze di New York e Londra (il Brent segnava ieri 122 dollari al barile) hanno infiammato i prezzi al distributore con incredibile celerità. Sempre ieri gli impianti dell’Eni hanno rottola “tregua” e aumentato il “prezzo raccomandato” di benzina e diesel di 1 centesimo. Aumenti alla pompa di 0,5 cent anche TotalErg, ma solo sulla benzina. Fermi, per il momento, tutti gli altri gestori.
A livello Paese, secondo il consueto monitoraggio effettuato da QuotidianoEnergia, la media dei prezzi praticati della benzina (in modalità “servito”) va dall’1,558 euro/litro degli impianti Esso all’1,563 dei punti vendita Q8 e Tamoil (no-logo in salita a 1,488 euro/litro). Per il diesel si passa invece dall’1,465 euro/litro delle stazioni di servizio Esso all’1,474 rilevato negli impianti Eni (le no-logo a 1,407). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,781 euro/litro registrato nei punti vendita Esso allo 0,798 euro/litro degli impianti Tamoil (0,772 euro/litro le no-logo). Ritocchi che mettono in allarme anche se ieri è stata smentita una «riunione d’emergenza dell’Opec per discutere delle ultime impennate dei prezzi del petrolio» a causa della crisi libica. Ma certo non aiuta la stabilità dei listini la sortita del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad che lunedì ha confi dato che «i prezzi potrebbero salire fino a 150 dollari». La prossima riunione dell’Opec è in agenda per l’8 giugno sempre che prima non succeda qualcosa che costringa ad un frettoloso meeting i Paesi produttori. Resta il fatto che anche uno dei maggiori produttori di petrolio, l’Arabia Saudita, ha deciso di convertirsi alle rinnovabili. E non scherza. Il piano è di investire 100 miliardi di dollari per liberare il Paese dalla dipendenza del greggio puntando su eolico, solare e nucleare. Nei prossimi 10 anni Riad punta all’autosufficienza. Centellinerà il greggio. E la nostra bolletta energetica lieviterà ancora...

Antonio Castro