Giornali vari, 17 gennaio 2011
Anno VIII – Trecentocinquantaseiesima settimana Dal 10 al 17 gennaio 2011Una settimana densa di avvenimenti si è conclusa con un videomessaggio di Berlusconi in cui il premier annuncia di avere una fidanzata e che dunque l’accusa di aver organizzato festini e fatto sesso a pagamento con una minorenne, come sostiene la Procura di Milano, è «inverosimile»
Anno VIII – Trecentocinquantaseiesima settimana Dal 10 al 17 gennaio 2011
Una settimana densa di avvenimenti si è conclusa con un videomessaggio di Berlusconi in cui il premier annuncia di avere una fidanzata e che dunque l’accusa di aver organizzato festini e fatto sesso a pagamento con una minorenne, come sostiene la Procura di Milano, è «inverosimile».
Fidanzata Sbrighiamo subito la questione della fidanzata. Berlusconi ha parlato di «una relazione stabile», «un rapporto d’affetto con una persona» che durerebbe da un paio d’anni. La Santanché dice di sapere da sempre, anche La Russa sostiene che la signora esiste. Per il resto, nessuno ha la minima idea di chi sia, incluso lo specialista del genere Alfonso Signorini. Nomi fatti dai giornali: Francesca Pascale, 25 anni, già star di Telecafone e finita poi consigliera comunale a Napoli, dove non si vede mai; Nicole Minetti, 30 anni, l’igienista dentale conosciuta al San Raffaele dopo il lancio della statuetta del dicembre 2009, poi hostess di Publitalia e ballerina a Colorado Café, infine consigliera regionale in Lombardia e adesso accusata dai giudici di Milano (vedi sotto); Cristina Ravot, 29 anni, cantante nella band di Apicella (corpo da modella e, a quanto si dice, voce magnifica); Federica Gagliardi, 28 anni, bionda, staff della Polverini, comparsa improvvisamente al suo fianco nel G20 canadese l’estate scorsa (la “dama bianca”); Graziana Capone, 27 anni, ingaggiata nell’ufficio stampa di Palazzo Chigi, sempre alla destra del premier nelle cene di Palazzo Grazioli. Tutte belle donne, naturalmente. Nella foto pubblicata sul numero natalizio di “Chi”, in cui Berlusconi appare circondato da 33 familiari e amici (tavola di broccato rosso, piatti bordati d’oro, quattro maggiordomi in piedi), c’è una sedia vuota.
L’inchiesta L’inchiesta è partita lo scorso 21 dicembre ed è finita sulle prime pagine dei giornali di sabato 15 gennaio. Due giorni prima la Corte costituzionale aveva dimezzato la legge sul legittimo impedimento, stabilendo che se l’impedimento sia legittimo o no d’ora in poi dovrà stabilirlo il giudice (niente più, quindi, autocertificazione). L’iniziativa è della Procura di Milano, procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno, sostituto Antonio Sangermano. L’accusa: Berlusconi ha fatto sesso con la minorenne Ruby (articolo 600bis del codice penale, secondo comma) e ha indotto la Questura di Milano ad affidare la medesima Ruby a Nicole Minetti, contravvenendo alle disposizioni del giudice minorile Annamaria Fiorillo (concussione). Boccassini-Forno-Sangermano vogliono il rito immediato, che porterebbe a celebrare la prima udienza già in aprile o in maggio (in piena campagna elettorale?). Intanto pretendono di perquisire l’ufficio del ragionier Giuseppe Spinelli, che – a loro dire – pagava per conto di Berlusconi le ragazze (perquisizioni nel residence di queste belle in via Olgettina a Milano hanno portato alla luce mazzette di denaro, una delle quali legata con una fascetta su cui stava scritto “Silvio B.). Ma sulla porta dell’ufficio di Spinelli sta una targa: «Locali di pertinenza della Presidenza del Consiglio». Non si può procedere: l’intero incartamento viene allora mandato alla Camera, per l’autorizzazione. Questo renderà subito l’inchiesta pubblica, benché non sia permesso far fotocopie. Dentro il faldone ci sono le intercettazioni delle ragazze, le quali – pare – ne dicono di ogni colore sul premier e sulle serate nel sotterraneo del bunga-bunga. Proprio per prevenire questa ondata di fango Berlusconi avrebbe spedito a Studio aperto il video-messaggio della fidanzata: mentre attaccava ad alzo zero la magistratura al servizio dei suoi oppositori, i telespettatori vedevano alle sue spalle la foto di famiglia al completo (esclusa Veronica).
Gli altri accusati Gli altri accusati sono: Emilio Fede, Lele Mora e la stessa Nicole Minetti. Avrebbero violato la legge Merlin e indotto alla prostituzione minorile Ruby, reati molto più gravi di quelli contestati al premier. Berlusconi nel video li difende, Fede e Mora hanno detto di non saperne niente. Ruby (o Ruby Rubacuori), al centro dell’inchiesta, è la marocchina Karima el Mahroug, portata ancora minorenne in Questura a Milano la notte tra il 27 e il 28 maggio e affidata alla Minetti invece che a una comunità dopo che Berlusconi, per telefono da Parigi, aveva detto trattarsi della nipote di Mubarak. «Non sono mai andata a letto col presidente e ho partecipato a tre cene». La Procura, controllando i tracciati del suo telefonino, sostiene che le cene, o feste, furono sette, e una di queste lunga tre giorni (24-26 aprile, era in Italia anche Putin). La Procura fa capire che le prove del sesso con Berlusconi sono inoppugnabili.
La difesa Per i difensori di Berlusconi, Milano non ha competenza: il sesso con Ruby dovrebbe essere esaminato dal tribunale di Monza, nella cui giurisdizione ricade Arcore, dove il reato si sarebbe consumato; la concussione è materia da tribunale dei ministri. Boccassini-Forno-Sangermano hanno convocato il Cav il 21, 22 o 23 gennaio a sua scelta (venerdì, sabato, domenica). Vogliono interrogarlo. Il premier in privato dice che non ha nessuna intenzione di presentarsi, a mano che i suoi legali non lo consiglino altrimenti. I suoi legali (avvocati Nicola Ghedini e Pietro Longo) non hanno ancora deciso.
Politicamente L’acquisto di parlamentari avversari e la costituzione di un gruppo di cosiddetti Responsabili che rinforzi l’assai risicata maggioranza attuale è a questo punto parecchio in forse. L’ipotesi che Berlusconi cada, o che sia costretto a dimettersi dal discredito internazionale, concreta. Le dimissioni gli permetterebbero forse di contrattare sul successore (Tremonti? Alfano? Maroni?), a meno che la Lega non l’abbia vinta sull’ipotesi elezioni anticipate, in questo momento, secondo i commentatori politici, la più accreditata. La Lega è stata zitta due giorni, poi Bossi – domenica – ha consigliato al premier di lasciar stare i magistrati. I decreti attuativi del federalismo dovrebbero essere approvati questa settimana, il voto è in bilico, come non pensare che possa esserci uno scambio? Un sì plebiscitario al federalismo contro la testa del Cavaliere, per esempio.
Mirafiori Giovedì notte e poi per tutta la giornata di venerdì i lavoratori di Mirafiori hanno votato sull’accordo Marchionne, quello sottoscritto da Cisl, Uil, Ugl e Fismic, ma non dalla Fiom-Cgil, che prevede 18 turni settimanale, pause ridotte, sanzioni per l’assenteismo fuori norma e che lascia fuori dalla rappresentanza la Fiom che non ha firmato. Hanno vinto i sì col 54% dei voti, una percentuale più bassa di quella di Pomigliano. I no sono risultati maggioranza nei reparti più propriamente operai: al Montaggio e alla Lastratura l’accordo è stato bocciato con il 53% dei voti, la vittoria è stata garantita dagli impiegati, dalla Verniciatura e dai turni di notte, quelli destinati a guadagnare di più. La Cgil e il Pd (incerto sulla posizione da prendere come partito) insistono adesso perché, in qualche modo, la Fiom sia riammessa in fabbrica.
Tunisia Il presidente tunisino Ben Ali è scappatto a Jedda, il paese è nel caos. Si continua a sparare e ad uccidere, cecchini tirano dai tetti, bande di saccheggiatori passano di casa in casa, i militari danno la caccia ai familiari del presidente e ai membri del governo appena decaduto, e hanno arrestato finora tremila poliziotti fedeli all’ex regime. Il potere è ora formalmente nelle mani del presidente del Parlamento Fuad el-Mabzaa, che ha indetto le elezioni entro 60 giorni.