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 2011  aprile 03 Domenica calendario

«Come seduco le donne? Con un astice di sei chili» - «Ma lo sa o no che prima di scrivere L’astice al veleno ho dovuto farmi una cultura su questi enormi crostacei che nel Mediterraneo, e soprattutto da Napoli in giù, possono raggiun­gere persino sei chilogrammi di peso?»,dice divertito Vincen­zo Salemme a proposito della sua nuova commedia con mu­siche che (in scena al Manzoni di Milano fino al 17 aprile) ha fi­nora totalizzato la bellezza di un centinaio di repliche ed è sta­ta freneticamente applaudita da oltre novantamila spettato­ri

«Come seduco le donne? Con un astice di sei chili» - «Ma lo sa o no che prima di scrivere L’astice al veleno ho dovuto farmi una cultura su questi enormi crostacei che nel Mediterraneo, e soprattutto da Napoli in giù, possono raggiun­gere persino sei chilogrammi di peso?»,dice divertito Vincen­zo Salemme a proposito della sua nuova commedia con mu­siche che (in scena al Manzoni di Milano fino al 17 aprile) ha fi­nora totalizzato la bellezza di un centinaio di repliche ed è sta­ta freneticamente applaudita da oltre novantamila spettato­ri. Come mai?, gli chiedo di ri­mando. Non mi dirà che nella sua pièce l’astice in questione da semplice metafora del reale si muta addirittura in un perso­naggio. «Ohibò, questo poi no!», confida divertito l’attore­commediografo­ regista noto e apprezzato per quella sfrenata comicità in bilico tra il culto stra­lunato della farsa che apprese dalla viva voce di Eduardo e l’ac­celerazione motoria della mi­mica e del gesto apprese alla scuola di Tato Russo. «L’astice in questione, con le sue esagera­te dimensioni e la sua disperata volontà di evitare ad ogni costo il rischio di finire in padella, è il simbolo dell’amore tra Barba­ra, la protagonista che vedrete nell’interpretazione di Bene­detta Valanzano, e il pony- ex­press Gustavo, ovvero me stes­so in costume da Babbo Nata­le ». Ma da quando in qua un crostaceo diventa un dono d’amore? «Da quando alle ragazze non si offrono più né cioccolatini né mazzi di fiori! Scherzo, natural­mente. Ma per tornare a noi, le dirò che Barbara, tormentata ad usura da un regista (sulla sce­na Maurizio Aiello) che per lei non si decide a lasciare la sua legittima consorte, decide di sa­crificare il suo bene più prezio­so - ossia l’astice in questione ­per avvelenare l’uomo che l’ha sedotta». Siamo a un passo dall’hor­ror! Non ha paura, così fa­cendo, di tradire le legitti­me aspettative del suo pub­blico? «E perché mai? Si è scordato che la farsa da sempre estremiz­za la tragedia per sfociare nella risata liberatoria? Qui addirittu­ra assicurata da quattro candi­de statue di marmo cui Bene­detta dà vita: un poeta sbucato dal Regno delle Due Sicilie a promuovere la rivoluzione per­manente, uno Scugnizzo di bronzo che si libera della scultu­ra che lo imprigiona, un muna­ciello, ovvero il fantasma mali­zioso della tradizione parteno­pea, e una lavandaia del sedice­simo secolo che fa le scarpe a tutti prima di svanire». Mi ha convinto ma.... E il ci­nema? Si è dimenticato di Bruno Garramone, il suo personaggio - feticcio, fi­glio di un ferocissimo boss, che in Amore a prima vista dopo un trapianto di cor­nea cambia carattere mu­tandosi nel più angelico dei benefattori? Eppure, sullo schermo, è stato un grande successo. «Se aspetta fiducioso l’uscita di Baciato dalla fortuna (uscita prevista in autunno -ndr ),il film diretto da Paolo Costella ma scritto da me, dove sono un vigile urbano travolto da una co­cente passione per la cuoca Asia Argento che lo seduce ab­brustolendo salsicce, capirà ad oltranza che il cinema è sem­prenel mio cuore». Come mai, come regista, ha passato la mano? «Per aver più spazio come in­terprete ». O per sopraffare la concor­renza del capo dei vigili Alessandro Gassman? «Ma se l’ho scelto io! Dopo che Alessandro, visto Fiore di ic­tus , il mio atto unico da cui ho tratto il film, aveva espresso il desiderio di lavorare insieme». E il nuovo film di Giovanni Albanese Senza arte né par­te ? «Ah, quella è un’altra cosa! Lì sono un fornaio in cassa inte­g­razione costretto dal caso a im­provvisarsiscultore d’arte mo­der­na dato che scambia la dora­ta forma della pagnotta per unabella schiena di donna».