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 2011  aprile 03 Domenica calendario

Stop alle 700 tasse che strozzano le aziende - Un fisco più semplice è una missione possibile. Ma per arrivarci è necessario sfrondare radicalmente la giungla delle scadenze: 700 in un anno, 60 al mese, con una frequenza di quasi tre prati­che al giorno

Stop alle 700 tasse che strozzano le aziende - Un fisco più semplice è una missione possibile. Ma per arrivarci è necessario sfrondare radicalmente la giungla delle scadenze: 700 in un anno, 60 al mese, con una frequenza di quasi tre prati­che al giorno. Più che una pres­sione, un’oppressione fiscale, lamentano le aziende, consi­derando anche lo spreco di tempo e personale- per le Pmi un costo di 2,7 miliardi l’anno -impegnato a tenere dietro a questa valanga burocratica. Per dare un’idea, la Confe­sercenti, che sul tema ha svol­to uno studio approfondito, ha impiegato ben 16 pagine so­lo per l’elenco delle scadenze di natura fiscale: nessun mese è esente, ma il picco massimo si raggiunge in luglio, con 74 adempimenti per imprese e contribuenti, di cui 45 concen­­trati in un unico giorno, il 16. Una contraddizione eviden­te con lo spirito della riforma voluta dal ministro dell’Eco­nomia Giulio Tremonti, cioè un sistema progressivo, com­petitivo, semplice e con ali­quote più basse, al quale stan­no già lavorando i gruppi for­mati da esperti, tecnici -com­mercialisti in primis - e parti sociali: i primi risultati sono at­tesi a fine mese. Intanto, l’Agenzia delle Entrate ha aperto un tavolo tecnico con Rete Imprese Italia (che asso­cia Casartigiani, Cna, Confart­gianato, Confesercenti, Con­fcommercio) e Confindustria, con il compito di snellire pro­prio gli adempimenti che pe­sano sulle aziende. Il che, ol­tretutto, consentirebbe di libe­rare­risorse da destinare a inve­stimenti, innovazione e pro­duttività. Un tema che da tem­po è un cavallo di battaglia dei commercialisti: «E con buone ragioni - afferma Claudio Sici­liotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commer­cialisti ed esperti contabili - . Siamo i tecnici, gli studiosi e gli operatori in materia fisca­le, quindi prevediamo i proble­mi che possono verificarsi an­cor prima che siano avvertiti dai contribuenti. Perciò, l’in­sostenibilità degli adempi­menti a raffica noi l’avevamo denunciata già da gennaio, quando invece l’Agenzia delle Entrate sosteneva che sulla semplificazione era già stato fatto molto: e ci fa piacere che ora questo problema venga sottolineato dalle imprese, perché quello che conta sono i risultati». Il tema è centrale nell’archi­tettura della riforma fiscale che si sta delineando nei tavo­li a cui anche i commercialisti prendono parte: «Un esempio per tutti - ricorda Siciliotti - : l’obbligo, che scatterà dal pri­mo maggio, per tutti i cittadini di identificarsi con il codice fi­scale in caso di acquisto supe­riore ai 3.600 euro, quindi l’equivalente di un buon arma­dio o di un bel viaggio. Certo, è funzionale allo spesometro; ma perché quest’obbligo, che poi attiva a cascata una serie di adempimenti su commer­cianti e imprenditori, non può essere evitato se si paga con moneta tracciabile, come as­segni, bonifici o carta di credi­to? L’Agenzia delle Entrate a gennaio era poco propensa, ma ora ci sta ripensando: e se questo sarà uno dei risultati del tavolo delle imprese, ben venga».