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 2011  aprile 04 Lunedì calendario

E’ presentato come un algoritmo, ma in buona sostanza quelle che all’ordine del giorno di mercoledì alla Camera sono indicate come «misure contro la durata indeterminata dei processi», per l’opposizione non sono altro che norme ad personam per «salvare» il premier Silvio Berlusconi dai processi milanesi

E’ presentato come un algoritmo, ma in buona sostanza quelle che all’ordine del giorno di mercoledì alla Camera sono indicate come «misure contro la durata indeterminata dei processi», per l’opposizione non sono altro che norme ad personam per «salvare» il premier Silvio Berlusconi dai processi milanesi. In buona sostanza l’argomento è il cosiddetto «processo breve», nato con il nobile fine di dare attuazione al principio della ragionevole durata dei processi. Ma le buone intenzioni, sino ad oggi, non hanno fatto granché breccia in aula, visto lo scontro verificatosi già giovedì scoprso. Quando la maggioranza, chiedendo di invertire l’ordine del giorno sulle leggi comunitarie (che pure prevedeva l’emendamento leghista teso a introdurre la responsabilità civile dei magistrati) ha voluto dare priorità assoluta alla votazione sulle norme del processo breve. Norme, considerate ad personam dall’opposizione non foss’altro per l’articolo 4-bis (emendamento Paniz Pdl) che prevedono per gli incensurati tempi di prescrizione più brevi rispetto ai recidivi. Nella sostanza si stabilisce che quando si è in presenza di atti interruttivi del processo, come ad esempio un interrogatorio, il tetto massimo della pena aumenti non più di un quarto, ma di un sesto per le persone mai condannate prima il cui processo non sia arrivato alla sentenza di primo grado. Va da sé, che agli occhi dell’opposizione la «prescrizione breve» suona come legge ad hoc per sterilizzare ogni forma di sentenza sul processo Mills. L’autore della norma, Maurizio Paniz naturalmente smentisce «che si tratti di un intervento a favore del premier», perché a suo dire «non incide sui processi in corso, perché è escluso che si possa applicare ai giudizi di secondo e terzo grado, mentre quelli di primo grado, cui invece si applica, sarebbero comunque prescritti», ma di fatto dal Pd all’Idv all’Udc si innalzano le barricate: manifestazioni di piazza e sit-in. Da dopodomani, dunque, partirà alla Camera la maratona per applicare la prescrizione brevecon il processo breve. E’ chiaro, comunque, che la discussione non potrà non risentire del pronunciamento di Montecitorio sul conflitto di attribuzione: e dunque, il sì di domani può condizionare anche quello dei giorni successivi. Il guardasigilli, dal canto suo, Alfano sostiene che l’emendamento per gli incensurati presentato dall’onorevole Paniz non ha nulla a che vedere con la riforma della giustizia», e comunque, spiega «è solo un pretesto grande come una casa per chi non vuol fare la riforma costituzionale», ma è chiaro che l’opposizione non ci sta. Sarà ancora una volta muro contro muro. Così come non passerà inosservata l’assenza di oggi del premier nel processo «Mediatrade» perché impegnato nel vertice di Tunisi.