Vanni Zagnoli, Il Messaggero 3/4/2011, 3 aprile 2011
FILMA IL PADRE MENTRE LA VIOLENTA E CONVINCE COSÌ MADRE E POLIZIOTTI
REGGIO EMILIA – Da due anni il padre mostrava attenzioni morbose nei suoi confronti, la madre non le credeva, perciò lei con il telefonino si è autofilmata nelle violenze. Solo a quel punto la donna si è convinta e ha denunciato il marito per violenza sessuale su minorenne. E’ accaduto in un paese della provincia di Reggio, vittima una ragazzina di 14 anni, che dai 12 subiva le angherie. «Mamma, aiutami tu», le chiedeva in lacrime. «Impossibile che il papà ti faccia questo. Impossibile. Allora provamelo».
L’adolescente si è improvvisata detective, ha nascosto il telefonino nel luogo in cui si consumavano gli atti incestuosi. L’orco ha 44 anni, fa l’operaio, sempre nel Reggiano: la costringeva a rapporti orali anche due-tre volte al mese. Di fronte alla documentazione inconfutabile della pedofilia tra le mura domestiche, la mamma si è schierata con la ragazzina. Ha lasciato casa portando via anche l’altra figlia e si è trasferita nel centro Italia: «Siamo tutte in pericolo». La mossa ha mandato in confusione il marito, si è spostato per alcuni giorni nella provincia emiliana, finchè è andato dai carabinieri a denunciare la scomparsa delle familiari. «Avevo pure tentato il suicidio», ha detto agli inquirenti. Molto confusionario, il suo racconto era sospetto e contraddittorio, neanche ricordava il numero di telefonino della moglie. La squadra mobile di Roma ha iniziato le indagini sulla violenza per la denuncia presentata dalla signora, nel frattempo i carabinieri di Reggio avevano visitato la casa della famiglia. Naturalmente vuota, ma con le stanze in ordine: un’agenda telefonica li ha fatti risalire a una conoscente della donna, abitante nella stessa città dove portavano le tracce del suo telefonino. Hanno contattato quella signora, trovando lì la madre e le due figlie: «Le ho portate via per precauzione». Il pm Maria Rita Pantani ha ottenuto l’arresto del 44enne, da venerdì nel carcere “La Pulce” di Reggio: ieri nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Antonella Siri, l’indagato ha risposto alle domande, collaborativo ma alquanto provato. Il suo avvocato, Domenico Noris Bucchi, neanche ha chiesto la revoca della misura cautelare.
Vanni Zagnoli