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 2011  aprile 02 Sabato calendario

«INGANNATO COME PINOCCHIO. HO COMPRATO DI TUTTO ANCHE UN PEZZO DI DESERTO»—

David Riondino ha un investimento da consigliare. Sembra una battuta, visto l’accaduto. Ma sono passati giorni da quando ha scoperto che i suoi soldi sono spariti, e così ha avuto il tempo di elaborare una sua personale lettura della vicenda. Il tono di voce sereno, il sorriso ampio: «Spiego la truffa in poche parole. Ho incontrato questi due signori, mi hanno portato in un campo e mi hanno detto che dovevo sotterrare gli zecchini d’oro. Io ho anche innaffiato il terreno, poi ho aspettato...» . Solo che la truffa non riguardava cinque monete d’oro: lei e molti altri siete vittime di un raggiro da 170 milioni. «Io ho investito con la speranza di trasformare i miei soldi in una pensione integrativa, in una piccola casa, o in un film» . Invece, a quanto pare, gli arrestati non erano persone delle quali fidarsi. «Macché, erano il gatto e la volpe. Pur senza averne il fisico: Lande è cicciottello, Torregiani sembrava Magnum P. I.» . E lei, Riondino? «Pinocchio. Adesso mi aspetta la fata turchina, o no?» . David Riondino nel mondo dello spettacolo ha fatto un po’ di tutto: cantautore, comico, verseggiatore satirico per «Cuore» e «Il male» . Poi il cinema, la tv, il teatro. Ha cominciato con altro: dopo il liceo ha lavorato come bibliotecario alla Nazionale di Firenze. Adesso— un matrimonio alle spalle, una figlia, per anni compagno di Sabina Guzzanti — continua a scrivere e a fare ciò che ama. Le va di raccontare gli ultimi giorni? «Sono stato quarantotto ore sotto choc. Una sensazione quasi fisica di stordimento, come un lutto, con la depressione dovuta alla perdita. Sarà stato perché il portafoglio è così vicino al cuore? Io mi permetto di scherzarci, ma è bene che i responsabili siano in prigione: hanno anche truffato risparmiatori...» . Lande è in sciopero della fame. «Può fare diete ma è un peccato, stava bene cicciottello» . Adesso ne ride, ma spieghi: come ha potuto credere in quegli interessi? «Quei discorsi erano credibili: si investe una parte in titoli sicuri e una parte con un maggiore fattore di rischio. Io ho provato a investire, piccole somme, dal computer di casa: ho preso anche un pezzo di deserto a Suez (ride). Però c’è di peggio: mi raccontava Antonio Ricci di una truffa di alcuni nigeriani che vendevano euro ma stampati in bianco e nero. Poi ti davano anche il colorante...» . Cosa vuole dire a quelli che l’hanno truffata? «Li ho denunciati. Poi vorrei ringraziarli, per dieci-dodici anni mi hanno fatto credere di essere benestante. Seriamente, la grande domanda è: dove sono finiti i soldi?» . Ha perso molto? «No. E comunque il rischio è credere di valere in proporzione al denaro che possiedi. Per me il denaro serve per fare ciò che mi piace» . Ha imparato la lezione? Se le proponessero un nuovo investimento? «Rifarei subito la buca accanto all’albero... Anzi, se qualcuno ha bisogno di consigli su come investire, io sono a disposizione...» . Saper sorridere delle sventure, e di se stessi: questo, forse, è l’investimento più sicuro che c’è.
Alessandro Capponi