Karima Moual, Il Sole 24 Ore 1/4/2011, 1 aprile 2011
ITALIA 14ª NELLA CLASSIFICA DEL DIRITTO D’ASILO
Le rivolte della primavera araba hanno stravolto la politica anti-sbarchi del governo. Dopo gli arrivi dalla Tunisia è ormai la volta della temuta Libia che ha aperto la sua porta, per la guerra civile in atto. Arrivano dalle rivolte, ma tornano ad arrivare anche dai paesi dell’Africa centrale, martoriati dalle guerre civili. Migliaia di essere umani che fuggono attraverso il deserto e il mare rischiando la propria vita.
È un ondata imprevista non solo di migranti in cerca di lavoro ma anche di nuovi profughi e richiedenti asilo. E proprio in questi giorni arriva il rapporto sul 2010 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Dal quale si evince un dato che sicuramente verrà stravolto dagli accadimenti di questo 2011: nel corso dell’ultimo anno è continuato a diminuire il numero dei richiedenti asilo nei Paesi del mondo industrializzato (44 i paesi), con una cifra pari alla metà del livello di inizio 2000.
Lo scorso anno - si legge nel rapporto - nei Paesi industrializzati sono state inoltrate complessivamente 358.800 domande d’asilo, il 5% in meno rispetto all’anno precedente e ben il 42% in meno del 2001. Negli ultimi dieci anni, il 2001 è stato l’anno in cui è stato presentato il maggior numero di domande: 620mila.
Il perché di questa diminuzione? Ancora non sono chiare come dimostrano le parole di Antonio Guterres, l’Alto commissario per i rifugiati: «È necessario studiare le cause alla base di questa tendenza per capire se il declino nel numero di domande sia la conseguenza di una riduzione dei fattori di spinta nelle aree di origine o invece di più rigidi controlli delle migrazioni nei paesi d’asilo».
Su base annuale sono state riscontrate diminuzioni in gran parte delle regioni del mondo, tra cui Europa, Nord America e Asia del nord. Nel vecchio continente, il declino più sensibile si è registrato nei Paesi meridionali, nei quali il numero di domande di asilo presentate nel 2010 è stato complessivamente inferiore del 33% rispetto all’anno precedente.
E l’Italia? Se nel 2008 si era verificato un significativo aumento delle domande di asilo, in linea con gli standard europei (30.300), nel 2009 il numero delle domande è diminuito drasticamente. Il motivo è senz’altro da ricercare nelle politiche restrittive attuate nel canale di Sicilia da Italia e Libia, fra le quali i respingimenti in alto mare. Ecco allora che l’Italia si è classificata al 14° posto per destinazione tra i 44 paesi industrializzati.
A livello di continenti, solo in Australia il numero di domande d’asilo presentate lo scorso anno è stato superiore a quello del 2009:sono state 8.250, per un aumento del 33 per cento. Gli Stati Uniti rimangono in cima ai Paesi destinatari di domande d’asilo, seguiti dalla Francia e dalla Germania.
La provenienza dei richiedenti asilo – si legge nel rapporto - è soprattutto dalla Serbia, a seguire Afghanistan, Cina, Iraq, Federazione Russa, Somalia.
Questi i dati del 2010 che portano l’Italia al 14° posto. Come dire: un Paese relativamente rigido nelle politiche dell’asilo. Il 2011 sarà però un anno ben diverso, come si sta capendo in questi mesi. Al Viminale non vogliono cedere su una politica comunque di rigore e auspicano, magari, un coinvolgimento di tutta l’Europa. Di certo la classifica del 2010 è destinata a cambiare.