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 2011  aprile 01 Venerdì calendario

ENERGIA E ALIMENTARE SCALDANO I LISTINI

L’inflazione accelera nel mese di marzo, in Italia e in Europa. L’Istat ha infatti comunicato che i prezzi al consumo hanno fatto uno scalino all’insù dello 0,4% rispetto al mese precedente e sono aumentati del 2,5 rispetto a marzo 2010 (a febbraio il tasso d’incremento tendenziale era stato del 2,4 per cento) si tratta del livello più alto dal mese di novembre 2008.

La stima-flash di Eurostat certifica inoltre che in tutta l’Eurozona l’inflazione ha allungato il passo e si è portata al 2,6% contro il 2,4% di febbraio: si tratta di una dinamica che rafforza la probabilità che la prossima settimana la Bce possa ritoccare al rialzo il tasso di riferimento dell’Unione monetaria che da due anni è fermo all’uno per cento.

Tornando all’Italia, la nota dell’Istat spiega che adesso la dinamica dei prezzi acquisita per il 2011 è pari all’1,8% e che l’inflazione di fondo, cioè quella che si calcola al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è pari all’1,8%, anche qui in accelerazione rispetto al precedente 1,7 per cento.

Ma l’aumento dei prezzi risente in primo luogo, ovviamente delle tensioni sui prezzi dell’energia: così la benzina aumenta del 3,4% sul mese precedente e del 12,7% sull’anno, il gasolio cresce del 4,3% mensile e del 18,5% annuo, il Gpl rispettivamente dello 0,1% e del 20,7%, il gasolio da riscaldamento +4,3% e +19,1 per cento. Nel settore regolamentato, i prezzi salgono dello 0,2% mensile e del 3,4% annuo, per via del rialzo del costo del gas (+0,3% su febbraio e +8,5% tendenziale).

Se si considera la classificazione per capitoli di spesa, i maggiori incrementi mensili dei prezzi riguardano i trasporti (+1,4% e +,5,5% tendenziale); all’interno di questo capitolo ad esempio i voli aerei sono aumentati in un mese del 12,7% anche se l’aumento è in parte legato a fattori stagionali; in crescita anche i servizi ricettivi e di ristorazione (+1% mensile e +2,6% annuale ) e la voce "abitazione, acqua elettricità e combustibili) +0,4% mensile e +4,4% tendenziale). Sempre a livello congiunturale risultano in calo i prezzi di ricreazione, spettacoli e cultura (-0,6%) e delle comunicazioni (-0,1% mensile e -0,5% tendenziale).

Infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) che viene utilizzato per i confronti europei è aumentato del 2% rispetto al mese precedente e del 2,6% rispetto al marzo 2010.

Secondo la Confcommercio, i dati resi noti ieri erano «ampiamente attesi» e le tensioni proseguiranno con ogni probabilità anche nei prossimi mesi. I numeri allarmano però le associazioni dei consumatori che parlano di una nuova stangata a danno delle famiglie. Il Codacons, anche alla luce dei rincari di gas e luce in arrivo, la calcola pari a 1.240 euro l’anno, mentre Adusbef e Federconsumatori denunciano «le speculazioni in atto». «Ad incidere fortemente sulla determinazione del tasso d’inflazione - accusano - è soprattutto la crescita esponenziale dei costi dei carburanti. Ma di fronte a questa situazione, l’unica mossa che il Governo si è deciso a fare è la geniale trovata di aumentare ulteriormente l’accisa sui carburanti».

Molto preoccupata per i rumors su imminenti aumenti dell’Iva è l’associazione dell’industria di marca: «Esprimiamo fortissime preoccupazioni sulle voci ricorrenti di un possibile aumento dell’Iva sui beni di consumo – ha dichiarato ieri il presidente di Centromarca, Luigi Bordoni -. Sarebbe un provvedimento dannoso non solo per il nostro comparto, ma in generale per la crescita dell’economia italiana, che passa necessariamente attraverso il rilancio dei consumi». Quanto al rialzo dell’inflazione verificatosi a marzo, si tratta di un aumento – aggiunge poi Bordoni – «determinato soprattutto dagli incrementi dei prezzi dei settori non esposti alla concorrenza, a partire dai prodotti energetici».

Rincara la dose la Confesercenti, secondo la quale «il vero allarme per imprese e famiglie, ed è allarme vero - sottolinea l’organizzazione - riguarda l’effetto combinato inflazione, aumento delle tariffe, soprattutto quelle locali che viaggiano ormai a tassi di quasi il 4%, che ha ed avrà effetti pesanti sui bilanci delle Pmi e sulle tasche dei cittadini». In queste condizioni, conclude la nota, «è pura illusione pensare a una crescita della domanda interna, anche perchè risulterà ulteriormente eroso il potere di acquisto delle famiglie».