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 2011  aprile 01 Venerdì calendario

Network europeo sfida finanza ed energia nucleare - Esclama l’esperto che segue le imprese degli anarco-insurrezionalisti: «Il network s’è risvegliato per la campagna di primavera»

Network europeo sfida finanza ed energia nucleare - Esclama l’esperto che segue le imprese degli anarco-insurrezionalisti: «Il network s’è risvegliato per la campagna di primavera». Già, il network. Attraversa l’Europa dalla Grecia alla Spagna, passando per l’Italia, la Svizzera e la Germania, con propaggini fino all’Argentina e al Cile. Secondo gli analisti quello anarchico-insurrezionalista, che in Italia è conosciuto come Federazione anarchica informale, nel mondo è un reticolo di gruppuscoli che si guarda a distanza e si riconosce in poche parole d’ordine, senza una centrale unica, anzi diffidente verso ogni verticismo. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: il sistema carcerario, l’energia, i militari. E così se già nel 2006 una bomba colpì la caserma dei paracadutisti di Livorno, l’esperto non è poi così meravigliato che questa volta sia finito nel mirino il capo di stato maggiore di quegli stessi paracadutisti, che proprio in questi giorni si stanno dispiegando in Afghanistan nell’ambito della missione Isaf. Se poi una bomba di uguale fattura arriva all’indirizzo del direttore del carcere di Atene, ecco la prova del network all’opera. Oltretutto la lettera esplosiva porta una sorta di marchio di fabbrica: il mittente del plico, che se non fosse stato intercettato dai sistemi di sicurezza del carcere avrebbe fatto sicuramente del male a chi apriva la busta, beffardamente, corrisponde a una caserma dell’esercito italiano. «Eurofor, via Aretina 354 - 50136 Firenze, Italia». Eurofor sta per Euro-force, un comando misto delle forze armate di Italia, Spagna, Portogallo e Francia. E anche questo sberleffo è tipico delle imprese anarcoidi. Nel frattempo però la Grecia ha attraversato momenti davvero bui. Le casse dello Stato sono state salvate in extremis da un intervento europeo e il governo s’è dovuto impegnare in un piano di lacrime e sangue. Di qui, molte proteste di piazza. Molti scontri. Molti arresti. E così il carcere di Korydallos, un istituto di massima sicurezza dove sono detenuti molti terroristi greci, è diventato un simbolo del male. Esattamente un anno fa una potente bomba esplose fuori dal muro di cinta. Nel novembre scorso, poi, il gruppo anarchico greco «Cospirazione delle cellule di fuoco» aveva rivendicato l’invio di una serie di pacchi bomba a diverse ambasciate straniere provocando allarme nella consegna della posta in tutta Europa. Ebbene, una decina di membri del gruppo è detenuta proprio nella prigione di Korydallos. Nel dicembre scorso, infine, altri tre pacchi bomba erano stati inviati alle ambasciate di Grecia, Svizzera e Cile a Roma, provocando due feriti. L’azione questa volta sembrava partita dai compagni italiani della Federazione anarchica informale, ma in solidarietà con Lambros Fountas, membro presunto di un altro gruppo estremista greco, «Lotta rivoluzionaria», ucciso nel marzo 2010 nel corso di uno scontro a fuoco con la polizia ad Atene. Inutile dire che anche quelli di «Lotta rivoluzionaria» sono detenuti nel carcere di Korydallos. Con l’esplosivo che deflagra in Svizzera, poi, nella sede dell’ente atomico elvetico, e lì ferisce due impiegate, si chiude il cerchio. Era appena il 15 aprile dell’anno scorso quando tre presunti terroristi ecoanarchici furono fermati al confine svizzero. In macchina portavano dell’esplosivo e alcuni volantini che avrebbero dovuto rivendicare un attentato alla sede di una multinazionale. Erano due italiani, del gruppo Silvestre, che prima era di base a Pisa, poi si era trasferito a Ivrea, e un italo-svizzero. Una prova tangibile della solidarietà tra insurrezionalisti di qua e di là della frontiera tra i due Paesi. L’attentato sembra di facile lettura. In Giappone si vive una emergenza nucleare. Il tema torna d’attualità. E qualcuno del network, che ha sempre in agenda la questione energetica (mai dimenticare i tralicci fatti esplodere da terroristi eco-anarchici), ha pensato di inserirsi nel dibattito che agita l’opinione pubblica internazionale a modo suo.