Emanuele Coen, l’Espresso 7/4/2011, 7 aprile 2011
MEGLIO COHOUSING
Bella soddisfazione per Filippo, Antonio, Isabella e gli altri volontari di Pescomaggiore. A due anni dal terremoto in Abruzzo, hanno appena ricostruito con le proprie mani il forno del paese, a dieci chilometri dall’Aquila, prima lesionato dalle scosse e poi abbandonato. "È un simbolo di aggregazione, il cuore pulsante della nostra comunità", spiega Filippo. Serve a cuocere il pane per i 13 abitanti di Eva, l’ecovillaggio situato su una delle montagne del cratere sismico: sette case ecosostenibili, in paglia e legno, quattro delle quali ultimate, finanziate via Web da tanti sostenitori e costruite da volontari di ogni regione.
Pescomaggiore è una delle tappe del viaggio di Roberta Carlini. Giornalista di lungo corso - ex vicedirettore de "il Manifesto", collabora con diverse testate, tra cui "l’Espresso", coordina il sito di informazione economica www.sbilanciamoci.info e alimenta il blog robertacarlini.it - ha attraversato la Penisola da nord a sud per intercettare storie e raccontare esperienze inedite, fondate sui legami sociali, in cui gruppi di persone entrano in relazione e cercano soluzioni comunitarie a problemi economici, ispirate a princìpi di reciprocità, solidarietà, valori ideali, etici e anche religiosi. Come in tanti altri Paesi del mondo, donne e uomini di ogni età mettono a disposizione del gruppo le proprie capacità e le proprie energie e si rimboccano le maniche. Sono loro a popolare il bel libro "L’economia del noi. L’Italia che condivide", appena pubblicato da Laterza (pagine 136, 12 euro). "Sono partita senza idee precostituite, volevo andare sul campo, vedere caso per caso", spiega la giornalista-scrittrice. Che disegna un mosaico molto più complesso, variegato e sorprendente di quanto suggerisca lo schema dei capitoli: consumo, soldi, case, imprese, rete. La mappa abbraccia i gruppi di acquisto solidale (Gas) di cibo e pannelli fotovoltaici ("La novità più duratura e popolare"), le reti di consumatori disposti a comprare solo da commercianti che non pagano il pizzo, i pionieri della finanza etica, le sperimentazioni più ardite di cohousing. E tante altre forme di organizzazione dal basso, spontanee, sorte nel mondo del lavoro e dell’impresa sull’onda della crisi economica. A Milano ci sono gli "hubber", gli imprenditori-militanti di The Hub, primo insediamento italiano di un’iniziativa che nel mondo conta 23 sedi e cinquemila soci, un acceleratore di progetti e idee hi-tech e non solo, avamposto del "quarto settore" che vuole superare la contrapposizione tra profit e non profit che caratterizza il terzo settore, creando valore per l’impresa, la comunità e l’ambiente. A Roma, invece, opera la cooperativa Binario Etico, che ricicla vecchi computer, li ripulisce e li rimette in circolo con programmi di software libero, risparmiando all’ambiente mercurio, cadmio, piombo e altre "prelibatezze tossiche". E così via.
Nella società liquida l’impegno politico sembra passare in secondo piano, almeno secondo le categorie tradizionali della sinistra. "In realtà lo spontaneismo della società civile", avverte l’autrice, "pretende poi trasparenza, diritti politici, partecipazione. Al momento si tratta di un fenomeno di nicchia, è vero. Ma i numeri crescono in fretta, soprattutto nei settori trainanti, l’ecologia e le tecnologie". Tanto che per stare dietro al cambiamento e non perdere il filo del racconto, l’autrice ha deciso di creare il blog www.economiadelnoi.it. Un work in progress. In nome della condivisione.