Elisabetta Iovine, ItaliaOggi 1/4/2011, 1 aprile 2011
GLI STUDENTI ATLETI ATTRAVERSANO MEGLIO LA STRADA
Attraversare la strada non è una banalità: c’è chi lo fa meglio di altri. E i più bravi sono gli studenti atleti. A questa conclusione è arrivata una ricerca dell’università dell’Illinois, negli Stati Uniti, che ha messo sotto indagine 36 studenti maschi e femmine di età compresa fra 18 e 22 anni.
Metà di essi pratica attività atletica nel proprio ateneo. Di varia natura: baseball, corsa, nuoto, tennis, wrestling, calcio, ginnastica. Con caratteristiche diverse: c’è chi è vigoroso e chi, invece, ha dalla sua grazia e precisione. Tutti, in ogni caso, sono in forma. Gli altri studenti, invece, pur essendo in buona salute, non sono sportivi.
Essi sono stati testati un laboratori dove è stato riprodotto virtualmente il traffico cittadino. Le auto sfrecciavano anche a velocità elevata e agli studenti veniva chiesto, a un certo punto, di attraversare la strada. Avevano a disposizione un tempo massimo di 30 secondi. In alcuni casi ascoltavano musica attraverso le cuffiette o chattavano col cellulare.
Nell’85% dei casi i tentativi di attraversamento sono stati portati a termine senza incidenti.
Ma gli atleti completavano l’operazione con molto più successo. Fin qui nulla di stupefacente, visto che la loro condizione fisica è migliore. Quello che ha meravigliato i ricercatori è il motivo di tale bravura, non ascrivibile al fatto di essere più veloci o più atletici.
Essi, infatti, non camminavano più velocemente degli altri. Il loro valore aggiunto consisteva nel guardare la strada più frequentemente: ogni volta raccoglievano più dati ed erano in grado di elaborarli più in fretta e accuratamente. Ciò permetteva di percorrere il tragitto in maniera più sicura. Un esperto ha rilevato che questa conclusione ha una suo precisa logica. Chi è impegnato in una disciplina sportiva si trova spesso a prendere decisioni in frazioni di secondo: fare un passaggio, scattare, colpire la palla in un determinato modo. È naturale, quindi, che i riflessi siano migliori anche nelle altre situazioni di vita quotidiana, più o meno impegnative, come può esserlo l’attraversamento di una strada in una metropoli con il traffico impazzito.