MARIO DI MARTINO, La Stampa 30/3/2011, 30 marzo 2011
Le foto dei rigagnoli fantasma che bagnano le sabbie di Marte - Il dibattito sulla presenza o meno di acqua su Marte non si esaurisce, grazie soprattutto all’ingente mole di dati inviati a Terra dalle numerose sonde che hanno osservato e che continuano a tenere sott’occhio il Pianeta Rosso
Le foto dei rigagnoli fantasma che bagnano le sabbie di Marte - Il dibattito sulla presenza o meno di acqua su Marte non si esaurisce, grazie soprattutto all’ingente mole di dati inviati a Terra dalle numerose sonde che hanno osservato e che continuano a tenere sott’occhio il Pianeta Rosso. Più di un secolo fa, gli astronomi che osservavano Marte con il telescopio affermavano di vedere delle bande scure che, durante la primavera e l’estate marziane, dalle regioni polari si irradiavano verso l’equatore. L’idea che si era fatta strada era che i cambiamenti osservati fossero dovuti all’attività vegetativa che si sviluppava periodicamente all’inizio della stagione calda nei due emisferi in coincidenza del ritiro delle calotte polari. Questa idea durò sino a metà Anni 60, quando la sonda «Mariner 4», che sorvolò Marte nel luglio 1965, mostrò che il pianeta appariva un mondo completamente arido, senza alcun segno di una qualche attività biologica. Che su Marte sia esistita l’acqua è comunque certo. Miliardi di anni fa torrenti e fiumi scorrevano sulla sua superficie, scavando solchi e canali che sono ancora chiaramente visibili, ma l’assottigliamento continuo dell’atmosfera marziana, a un certo punto, non ha più permesso l’esistenza in superficie di acqua allo stato liquido, per due motivi. Primo, la riduzione della densità della coltre atmosferica (alla superficie la pressione atmosferica è circa 1/100 di quella terrestre) ha fatto sì che il punto di ebollizione dell’acqua sia di poco superiore a 0˚ C, per cui evaporerebbe all’istante; secondo, a causa della diminuita densità, l’effetto serra si è indebolito, facendo diminuire le temperature superficiali, ragion per cui oggi l’acqua su Marte può esistere solo sotto forma di ghiaccio oppure in eventuali depositi sotterranei. Una decina di anni fa la sonda della Nasa «Mars Global Surveyor» («MGS») rilevò la presenza di rigagnoli, che apparivano relativamente recenti, sulle scarpate di alcuni rilievi e sui bordi di alcuni crateri da impatto. L’ipotesi che allora fu fatta per spiegare queste formazioni era che si trattasse di periodiche fuoriuscite di acqua, prodotta dallo scioglimento di depositi di ghiaccio sotterranei, forse a causa di fenomeni di riscaldamento dovuti ad attività di tipo vulcanico. Sino a poco tempo fa esistevano pareri abbastanza concordi sul fatto che la formazione dei rigagnoli fosse da ascrivere a tempi passati, ma nuove evidenze mostrano che anche adesso l’acqua liquida in piccoli quantitativi sembra scorrere in maniera effimera su alcuni pendii della superficie del Pianeta Rosso durante il periodo estivo. Ciò che ha portato a questa conclusione sono state le immagini riprese dalla camera ad altissima risoluzione «HiRISE» («High Resolution Imaging Science Experiment») a bordo della sonda «Mars Reconnaissance Orbiter» («MRO»), che da 5 anni invia a Terra immagini e dati del pianeta che per condizioni ambientali è quello più simile alla Terra. In alcune di queste, relative a una regione dell’ emisfero meridionale marziano, sono visibili rivoletti di colore scuro, che in precedenti immagini della stessa zona non apparivano, e che con il tempo tendono ad assumere un colore analogo a quello del terreno limitrofo. Secondo Alfred McEwen, un ricercatore dell’Università dell’Arizona, questi ruscelli potrebbero essersi formati a seguito dello scorrere di acqua contenente un’elevata quantità di sale da far scendere la temperatura di liquefazione del ghiaccio di 50-60˚ C e che, quindi, potrebbe esistere allo stato liquido anche alle rigide temperature marziane. A differenza dei rivoletti osservati dalla sonda «MGS», quelli scoperti da «MRO» sono presenti solo lungo le scarpate e i pendii esposti al Sole, in una fascia di latitudine Sud compresa fra 32 e 48, e sembrano formarsi solo durante i periodi estivi, quando le temperature raggiungono i valori massimi (durante l’estate dell’emisfero Sud per brevi periodi si possono toccare i +30˚ C). A causa dell’orbita relativamente eccentrica di Marte (poco meno del 10%), durante l’estate meridionale il pianeta si trova a una distanza dal Sole di circa 40 milioni di km inferiore rispetto a quando è estate nell’ emisfero Nord, dove le temperature raramente si avvicinano ai +10˚ C. Per rispondere ad alcuni dei quesiti sollevati da questa scoperta (perché i ruscelli «freschi» sono stati osservati solo in una fascia di latitudine così ristretta? Dove si trovano i depositi di acqua salmastra nel sottosuolo?) i ricercatori dell’Università dell’ Arizona sono in attesa di analizzare altre immagini e soprattutto i dati che raccoglierà il sensibilissimo strumento «CRISM» («Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars») a bordo di «MRO» durante l’incipiente estate dell’emisfero meridionale di Marte.