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 2011  marzo 26 Sabato calendario

29 MILA PAPERE PER IL MARE

Il 10 gennaio 1992 per alcuni di noi segna lo spartiacque tra un “prima” e un “dopo”. Impossibile vedere il mondo con gli stessi occhi, da quell’Evento. La ricerca delle sue cause, delle conseguenze, degli sviluppi finali per alcuni è diventato il centro della vita.
Il 10 gennaio 1992 una nave porta container in rotta da Hong Kong a Tacoma (il porto di Seattle, punta settentrionale della West Coast) stava incrociando in vista delle isole Aleutine, arcipelago dell’Alaska più tristemente noto come “il cimitero del
Pacifico”. Quel nome d’infausto presagio stava per fare un’altra vittima: un’onda anomala fece oscillare paurosamente la nave. Scampò al naufragio, ma perse nell’oceano una parte del suo carico. Finirono alla mercé delle correnti i container pieni di giocattoli per i bagnetti dei bambini.
Ebbe inizio così la vicenda epica al cui confronto impallidisce la storia di Moby Dick. I più superficiali la battezzarono «la storia delle 29mila paperette di plastica alla deriva nei mari del globo». Con quel nome entrò nella leggenda. Grave imprecisione. In realtà l’Invincibile Armada che iniziò a solcare gli oceani non era composta di sole paperette. Ogni confezione-regalo, in quel cargo salpato da Hong Kong, constava di una paperetta gialla, una tartaruga blu, una rana verde e uncastoro rosso.
Ma tant’è, l’idea delle papere in formazione di flotta transocea-
nica colpì di più l’immaginazione. Furono loro a scatenare stupore, ammirazione, e poi curiosità e la voglia di mettersi sulle loro tracce. Donovan Hohn, il migliore di tutti noi, pur facendo omaggio alle papere nel titolo del suo Moby Duck, vi ha aggiunto il sottotitolo più esauriente: «La vera storia di 28.800 giocattoli da bagno dispersi in mare e degli oceanografi, ambientalisti, perlustratori di spiaggie, e stupidi, compreso l’autore, che andarono alla loro ricerca».
Non so con chi ce l’abbia con quell’allusione agli stupidi. Ma è un dato di fatto che da 19 anni noi non ci diamo pace. Quali rotte hanno seguito le paperette? Quali continenti hanno visitato nella loro avventurosa navigazione? Hanno resistito alle tempeste, o ci sono stati dei naufragi? Quanti anni galleggia una papera gialla di plastica in libertà? Ci sono state defezioni, scissioni? Incontri con squali e altri predatori? E oggi, invecchiate di quasi due decadi, che aspetto hanno le papere (nonché rane, castori e tartarughe)? Le riconosceremmo ancora?
Nella grande caccia che dal ’92 ha cambiato le nostre vite, ci siamo lacerati. L’Odissea dei palmipedi ha una tale potenza evocativa da fare affiorare le linee di frattura che ci attraversano. Liti furibonde hanno opposto due fazioni che all’origine sembravano in armonia: i “conservazionisti” (decisi a salvare ogni papera) e gli ambientalisti determinati a ripulire i mari dalla plastica. Hohn fa parte di una terza categoria, all’incrocio tra “scienziati” mossi da pura curiosità di ricerca (quali rotte hanno seguito?), “letterati” ansiosi di raccontare le gesta dell’Armadadi paperette senza esprimere giudizi, “esistenzialisti” in cerca di una immedesimazione totale, un nirvana come quello che provano i bambini nel bagno caldo, con la paperetta che li fissa negli occhi. Sì, di tutti noi Hohn è il migliore. È andato al largo delle Hawaii, dove vaga la famigerata “isola di plastica”, per vedere se le papere siano state fagocitate da quell’ammasso di detriti. È risalito lungo il Fiume delle Perle nella Cina meridionale, fino alla fabbrica da cui partirono i giocattoli. Ha navigato lo stretto di Bering e il mitico Passaggio a Nord-est. Secondo i suoi calcoli, una volta superati ghiacci l’Armadadelle paperette sarebbe dovuta arrivare nella baia di Cambridge, Massachusetts. Là le aspettano ancora.
Ma sappiamo che sono capaci di tutto: come per Ulisse, il loro viaggio dev’essere stato pieno di imprevisti. I marinai di lungo corso, temprati da una vita sugli oceani, hanno imparato a tenere la bocca cucita. Chi ha incontrato davvero le 29mila papere (e castori, tartarughe, rane), conserva gelosamente quel ricordo. Qualche sprovveduto può farsi trarre in inganno dalla carenza di avvistamenti ufficiali, credere che si tratti di fantasie. Non cascateci. Tutto quello che avete letto sopra è rigorosamente vero. Il resoconto di Donovan Hohn è appena uscito per le edizioni Viking: 402 pagine, 27 dollari e 95 centesimi.