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 2011  marzo 30 Mercoledì calendario

LA VOCE DEL PONTEFICE E’ PROTETTA DAL COPYRIGHT —

Un copyright a tutela del Papa: dei suoi scritti, dell’immagine e, innovazione «rivoluzionaria» in materia, della voce. È entrata in vigore ieri la nuova legge vaticana sulla «protezione del diritto d’autore» , approvata il 19 marzo dalla pontifica Commissione per la Città del Vaticano, l’organo che a nome del pontefice esercita il potere legislativo nello Stato. Il testo tutelerà Benedetto XVI come i predecessori e tra l’altro arriva alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II, con relativi rischi di abusi commerciali: in passato, si fa notare Oltretevere a mo’ di esempio, c’è chi è arrivato a stampare l’immagine di Wojtyla sui lecca-lecca. Ma la questione è generale, l’ultima legge risaliva al 1960 e nel frattempo è cambiato il mondo, quanto a diffusione delle informazioni. Il che di per sé è un bene, «l’annuncio del messaggio evangelico fa parte dell’essenza stessa della missione universale della Chiesa» e nel mondo globale la diffusione dei dati favorisce «la stessa opera evangelizzatrice» , scrivono sull’Osservatore Romano di oggi l’avvocato Carlo Carrieri e monsignor Sergio Felice Aumenta. Il problema sono le possibili manipolazioni, a cominciare dalla «integrità dei contenuti del magistero» , e la necessità di uno strumento giuridico per contrastarle. Così, se la legge vaticana recepisce la legislazione italiana, introduce una serie di novità: «I punti essenziali sono "progressisti"perché non si riscontrano nelle altre normative nazionali» , spiega il professor Giorgio Assumma, già presidente della Siae, docente di Diritto dell’Editoria a Roma Tre e alla Lumsa nonché consulente esterno — assieme al professorMario Fabiani— per la stesura della legge. L’innovazione «rivoluzionaria » , in tema di diritto d’autore, riguarda la voce. Già lo statuto della Radio Vaticana, dal ’ 95, assegna all’emittente il compito di «costituire, custodire e gestire l’archivio sonoro pontificio» garantendone «la salvaguardia del carattere pastorale e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale» . Ma ora c’è una legge che tutela le registrazioni, strumento giuridico inedito: se in un Paese come l’Italia, per dire, si usa per una pubblicità la voce di un attore famoso e magari scomparso, come Totò, senza l’autorizzazione degli eredi, «è difficile trovare gli strumenti per contrastare l’abuso: in Italia come altrove non esiste un diritto alla voce» , chiarisce il professor Assumma. La legge vaticana potrebbe servire da modello: «Ogni volta che uno Stato inventa una nuova tutela, gli altri si adeguano. Del resto questa norma, come le altre, non ha certo uno scopo mercantile: al contrario vuole impedire che altre persone senza scrupolo lo abbiano, lucrando ad esempio sulla voce del Papa come testimonial» . La prima tutela, già regolata da una norma vaticana e ora inclusa nella legge, riguarda gli scritti. Anche questo è nuovo, «nei Paesi occidentali i testi dei Capi di Stato non sono protetti da copyright» . Sull’Osservatore, Carrieri e Aumenta scrivono che l’obiettivo è «tutelare non solo i diritti di diffusione e riproduzione, ma soprattutto l’originalità e integrità dei testi del Magistero che è giuridicamente illecito (oltre che eticamente riprovevole) modificare» . Non è in discussione la libera diffusione delle parole del Papa, ovvio. I media le riprendono e nel sito vatican. va ogni privato può leggere e scaricare gli scritti. Ma, ad esempio, «la Santa Sede avrebbe il diritto di chiedere a un editore (anche su internet) la correzione o la rimozione di un documento del Magistero che sia stato pubblicato a scopo commerciale, senza autorizzazione, oppure con errori o modifiche del testo» . Lo stesso vale per le immagini: si tratta di impedire usi che possano minare «onore, reputazione, decoro e prestigio» del Papa. Tra l’altro, fa notare Assumma, la legge riguarda la Santa Sede, compresi «dicasteri e organismi» : la tutela si potrà far valere anche per cardinali e vescovi di Curia.
Gian Guido Vecchi