Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 30 Mercoledì calendario

MEROLA SENZA PACE: «PARLO’ UBRIACO A UNA RADIO»

Corvi e dossier. Cosmici strafalcioni calcistici. Presunti «alcolismi» radiofonici. Tirano spifferi di tafazzismo (da Tafazzi, masochistico personaggio in calzamaglia nera che si colpisce l’inguine con bottiglietta di plastica) attorno a Virginio Merola, 56 anni, ex assessore con Sergio Cofferati e ora candidato pd alla carica di sindaco: nome quotatissimo, e non solo perché sotto le Due Torri i Democratici restano nonostante tutto i più palestrati, ma anche perché l’avversario storico, il Pdl berlusconiano, sta facendo di tutto per guadagnarsi l’irrilevanza, riuscendo nella titanica impresa di non avere ancora trovato un candidato a meno di 50 giorni dal voto amministrativo del 15 maggio, surclassato dall’accelerazione della Lega, già in campo con il bossiano e bolognese doc Manes Bernardini. Eppure Merola, che non deve essere tipo al quale piace vincere facile, sembra terribilmente soffrire questa corsa solitaria verso la poltrona di Palazzo d’Accursio. Quasi schiacciato da una sorta di «horror vacui» , l’uomo al quale il governatore Vasco Errani e l’intero Pd hanno affidato il compito di far dimenticare Delbono e il «Cinziagate» , oltre che colmare il vuoto lasciato dalla mancata candidatura per motivi di salute di «mister preferenze» , Maurizio Cevenini, si è infilato, dopo un convincente successo alle primarie, in tutte le trappole possibili ed immaginabili. A volte, come direbbe l’amico Mingardi, per «sfiga» . Altre, mettendoci del suo. «Tafazzi? In effetti ce ne sono capitate di ogni colore, tra scivoloni e attacchi...» si lasciano sfuggire i suoi, in queste ore impegnati in un tour europeo (Gent, Norimberga, Tolosa) alla ricerca di ricette per la Bologna che verrà. Due mesi, gli ultimi due, da antologia: cosa non fare mai in campagna elettorale. Primo: parlare di football, se non se ne sa nulla. Mezza città, siamo all’altro ieri, ancora si doveva riprendere dal devastante uno-due di Merola sul Bologna calcio, prima unilateralmente retrocesso («Spero che la squadra torni in serie A» ha detto il candidato alla radio, dimenticando che i rossoblù sono nella massima serie da tre anni) e poi rovinosamente ri-affossato («Spero torni in B...» ), quando ecco sbucare, dal pentolone senza fondo dei veleni bolognesi, tal Antonio Amorosi, 41 anni, ex collega di Merola nella giunta di Sergio Cofferati (assessore alle Politiche abitative: si dimise o fu dimissionato nel 2006 dopo aver denunciato, parole sue, «ripetuti illeciti nell’assegnazione delle case popolari nei precedenti 20 anni» ). Un tipino da prendere con le molle. E infatti che fa? Pubblica sul suo sito web l’audio di un’intervista radiofonica rilasciata da Merola a Punto Radio durante le Amministrative del 2009. Lo chiama simpaticamente «Muppets show» . Poi, molto meno simpaticamente, annota: «Merola non è nuovo a scivoloni: due anni fa si presentò a dir poco alticcio ai microfoni di una radio...» . Dal nastro, raggiungibile da tutti, rimbalzano una voce a tratti impastata e qualche parola smozzicata, ma, come sostengono gli uomini di Merola, «nulla esclude che quell’audio sia stato contraffatto, basta così poco...» . E comunque, taglia corto lo stesso candidato, «non ho tempo da perdere con persone anonime in cerca di un nome, come il signor Amorosi» . Se è per questo, quanto ad anonimi e «corvi» , la campagna meroliana non si è fatta mancare niente. Era il febbraio scorso quando un dossier di sei pagine ha fatto capolino nei giornali e nelle sezioni pd, raccontando di presunte «peripezie» di Merola e amici tra case popolari e progetti vari. Il candidato, giocando in anticipo, si presentò ai magistrati con un esposto contro ignoti per diffamazione, calunnia e lesione dei diritti politici, salvo scoprire che la Procura stava già scavando da un mese. «È un momento delicato ma gli altri stanno molto peggio...» si consolano i suoi, ringalluzziti dai tormenti di un Pdl che, incalzato dalla Lega, capace di bruciare candidati come cerini, snobbato da più di un esponente civico e con il suo leader, il senatore Filippo Berselli, costretto sulla difensiva («Io andarmene? Rispondo solo a Berlusconi» ), il tafazzismo in versione bolognese lo pratica da un pezzo.
Francesco Alberti