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 2011  marzo 29 Martedì calendario

AL SETTIMO PIANO BLINDATO LA STRETTA DI MANO AL PM. LA DIFESA INTERROGA AGRAMA: «NON SONO IL SOCIO OCCULTO» —

Dove in tanti anni non erano ancora riusciti i magistrati, riescono ora le indagini difensive di Silvio Berlusconi: almeno a lui Frank Agrama, il produttore al centro dell’indagine sulla compravendita di diritti tv Mediaset/Mediatrade— e indicato dall’accusa come «socio occulto» del premier —, coimputato di frode fiscale, ha risposto. In una indagine difensiva degli avvocati-parlamentari di Berlusconi. In videoconferenza da Los Angeles il 2 novembre 2010. A sorpresa, i legali del premier depositano questo interrogatorio difensivo al giudice Maria Vicidomini. In esso giura tre cose, l’ 80enne produttore americano (ma egiziano di origine e con cospicui interessi a Hong Kong), del quale la Procura di Milano dal 2005 fa tenere sotto sequestro in Svizzera 100 milioni di euro. Primo: non sono un uomo di paglia ma un vero intermediario di diritti cinetv, ecco i miei contratti e clienti, tra i quali anche la Rai. Secondo: non sono il «socio occulto» di Berlusconi. Terzo: mai nessun trasferimento di denaro da me a Berlusconi. Preludio a una richiesta di "incidente probatorio", è una novità assoluta nei processi perché Agrama mai si era fatto interrogare: nell’ottobre 2006 era stata fissata una videoconferenza, ma Agrama, lamentando di essere stato rinviato a giudizio già in luglio, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il ministero dell’Economia non agisce contro il premier Il premier, al pari dei presidente e vicepresidente Mediaset, Fedele Confalonieri e il figlio Piersilvio, è accusato di concorso in frode fiscale da 8 milioni di euro nel 2002-2005. In teoria, dunque, il ministero dell’Economia avrebbe avuto l’interesse a costituirsi parte civile contro il presidente del Consiglio, proprio come è dal 2006 (governo Prodi) nell’altro processo sui diritti tv Mediaset. Ma ieri spicca l’assenza dell’Avvocatura dello Stato milanese: segno che, con scelta destinata a risollevare i conflitti di interesse del premier, dal ministero di Tremonti non è stata incaricata di patrocinare ora la costituzione in giudizio contro Berlusconi. L’ex avvocato di Ruby e Mora in aula con il Cavaliere Come previsto, la presenza del premier è superflua rispetto allo scarno menu d’udienza: in aula si fa solo la costituzione delle parti, il giudice respinge quella del titolare (Marco Bava) di un’azione comprata nel 2000 per 8 euro, e poi rinvia al 4 aprile, 2 e 30 maggio. Tutto qui. Sicché vagamente surreali appaiono il dispiego di agenti e 007 vari (circa 150 tra dentro e fuori), l’agitazione inutile di taccuini e tv e flash (quasi altrettanti), la carta da parati incollata alle porte di vetro per oscurarle, l’intero settimo piano chiuso dai carabinieri ai cronisti ma non al sottosegretario Daniela Santanchè. All’inizio si siede in aula, come pure l’ex avvocato di Ruby e legale di Lele Mora, Luigi Giuliante (che più tardi dirà «avevo un appuntamento con un collega lì impegnato» ): entrambi escono prima che il giudice inviti gli estranei a lasciare l’aula. E se per il teste George Clooney c’era stata una folla di cancellieri, impiegate e curiosi, per Berlusconi ieri sono infinitamente di più i giornalisti e i poliziotti che gli sparuti Orazi e Curiazi inscenanti in strada uno stanco derby a base di «forza Silvio!» e «dimettiti!» . Match che Berlusconi cerca di vivacizzare all’uscita, badando a fare una sosta in auto davanti al gazebo di supporter pdl per poter salire sul predellino e farsi immortalare nel saluto di una simil folla di telecamere e giornalisti accalcatisi. La giovane avvocato? «Vorrà un invito al bunga bunga» Col settimo piano chiuso, non resta che farsi tramandare dai legali presenti le puntuali facezie del premier. All’avvocato che gli spiegava come una giovane legale fosse per la prima volta in udienza, Berlusconi risponde «forse spera di farsi invitare al bunga bunga» . Tende la mano al pm De Pasquale, che gliela dà ma con fredda formalità e restando poi sempre al suo posto in udienza, di spalle al premier: «Ah, è lui quello cattivo?» , la butta sullo scherzo Berlusconi rivolgendosi a Ghedini. E poi, nella pausa, agli avvocati riserva paragoni arditi (come tra l’ «eversione» dei pm e quella delle Brigate rosse, che gli astanti faticano a ricostruire nei suoi termini testuali) e dissertazioni non inedite su Fini e Casini «che non mi facevano fare le riforme» , su «lo staff del Quirinale» che è sempre lì a tarpargliele, su «i pm che le impugnano e la Corte costituzionale che le annulla» . Processo Ruby, il 6 aprile solo un rinvio ad altra data Nessuna attesa messianica, infine, per la prima udienza del processo Ruby: i giudici hanno confermato ieri ai legali che il 6 aprile l’udienza sarà solo di smistamento ad altra data. Non verrà Berlusconi, né forse gli avvocati parlamentari titolari della difesa.
Luigi Ferrarella