Ettore Bianchi, ItaliaOggi 30/3/2011, 30 marzo 2011
LE PAGINE TLC VI PEDINANO
Altro che vantarsi con gli amici di avere catturato qualche immagine intrigante con il proprio telefonino. A essere spiati, senza saperlo e senza pensarci, sono proprio loro, gli utenti. Perché il cellulare, all’apparenza così amico e così innocuo, è diventato una sorta di sentinella in moto perpetuo, 24 ore su 24.
Le compagnie di telecomunicazioni immagazzinano una quantità enorme di dati riguardanti gli spostamenti della loro clientela.
Il telefono registra i movimenti del suo possessore. Per rimanere invisibili occorre lasciare il cellulare a casa. In Germania, però, qualcuno ha voluto andare a fondo della questione. Malte Spitz, 26 anni, membro del partito dei Verdi, si è reso conto che le società telefoniche non divulgano dati di questo tipo. Così si è rivolto al tribunale per capire che tipo di informazioni avesse il suo operatore, Deutsche telekom.
L’esito ha lasciato di stucco il diretto interessato. E non solo. In un periodo di sei mesi, compreso tra fine agosto 2009 e fine febbraio 2010, erano state registrate e conservate le coordinate di longitudine e latitudine ben 35 mila volte: in media, una volta ogni sette minuti. Un lungo percorso, partito da un treno diretto in Baviera, per concludersi a casa di Spitz. Un colpo d’occhio impressionante su ciò che riguarda tutti noi, che ci portiamo sempre appresso il nostro telefono mobile.
Diversamente da alcuni servizi internet, che necessitano dell’invio di alcuni input per segnalare il traffico del computer o la localizzazione delle persone, alle compagnie tlc basta far partire la tracciabilità.
Per monitorare il traffico degli utenti e definire quanto dovranno pagare, in ogni istante le società devono agganciarli, come si dice in gergo tecnico, alla stazione più vicina o con il segnale più forte. Tuttavia, nota Matt Blaze, docente di informatica all’università americana della Pennsylvania, l’informazione non era basata su questi aggiornamenti ma sulla frequenza con la quale Spitz controllava la sua posta elettronica.
Tutto ciò può sembrare inquietante, ma non lo è per Kevin Bankston, avvocato alla Electronic frontier foundation (Fondazione della frontiera elettronica), specializzato in leggi sulla privacy: i telefoni sono diventati ormai uno strumento necessario alla vita moderna ed è errata l’idea che bisogna abdicare alla propria privacy per far parte del ventunesimo secolo.
Negli Stati Uniti l’emergenza seguita agli attentati dell’11 settembre 2001 ha portato al rafforzamento delle misure di sicurezza e di controllo dei cittadini.
Seguire i movimenti degli utilizzatori di telefonini può essere utile nel caso di indagini su atti criminali. Radiografare gli spostamenti delle persone in tempo reale, su autorizzazione del tribunale, serve a tenerle d’occhio nel caso siano sospettate di reati.