Varie, 30 marzo 2011
PAPA Alfonso
PAPA Alfonso Napoli 2 gennaio 1970. Ex magistrato. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera col Pdl. Ex capo di Gabinetto del ministero della Giustizia. Dopo che aveva chiesto «[...] tutela al Parlamento ritenendo di essere stato sottoposto a pedinamenti e fotografie [...] chiamato in causa da [...] l’ex presidente della Corte d’Appello di Salerno Umberto Marconi, che accusa il parlamentare di essere “regista” di un complotto organizzato ai suoi danni. [...]» (Dario Del Porto, “la Repubblica” 4/3/2011), il 15 giugno 2011 la procura di Napoli ne chiese l’arresto in carcere, autorizzato dalla Camera il 20 luglio (319 voti a favore, 293 contrari, primo voto a favore dell’arresto da 27 anni). Alle 2 di mattina del 21 luglio si presentò a Poggioreale. Ai domiciliari dal 31 ottobre 2011, il 23 dicembre 2011 tornò in libertà • «[...] Secondo l’accusa, acquisiva notizie sulle inchieste “con le sue truppe” e prometteva “protezione e aiuto” agli indagati. Ma in cambio pretendeva soldi e costosi regali per le sue amanti. Le ricompensava con una casa, una Jaguar a disposizione, Rolex e altri gioielli. Ma le preferite ottenevano un impiego o una consulenza negli Enti pubblici. Si faceva valere anche con i potenti Papa. E proprio grazie alla sua capacità di carpire informazioni segrete sarebbe riuscito a farsi inserire nella lista del Pdl. Letta: “Sollecitazioni anche a Berlusconi” [...]» (Fiorenza Sarzanini, “Corriere della Sera” 16/6/2011) • «Nell’ottobre del 2000 Alfonso Papa, all’epoca sostituto procuratore a Napoli, concludeva così la sua relazione su “Funzioni e struttura delle indagini preliminari” destinata al tirocinio degli uditori giudiziari appena nominati: “In un clima di profondo relativismo quale quello caratterizzante la stagione che stiamo vivendo, pare necessario ricordare come l’obbligatorietà dell’azione penale rappresenti, ancora oggi, il fondamentale baluardo a difesa di una giustizia penale autonoma ed indipendente”. Ma dieci anni più tardi, nel dicembre del 2010, ecco come, in un’intervista al Giornale, definiva l’inchiesta sulla presunta associazione segreta che [...] ha portato a una richiesta d’arresto nei suoi confronti: “È un’indagine che sembra l’ennesima elucubrazione complottistica, in salsa napoletana”. E aggiungeva: “Temo che tutto questo sia il frutto di una faida interna agli ambienti giudiziari napoletani che mira a colpirmi” [...]» (Fulvio Bufi, “Corriere della Sera” 16/6/2011) • Vedi anche RODÀ Tiziana.